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Fatturazione Elettronica in Italia, a che punto siamo. Il sondaggio IDC

04/11/2021
Fatturazione Elettronica, l’Italia s’è desta
PMIPrivatiProfessionistiPubblica Amministrazione
Tempi, modalità e resistenze che ha dovuto affrontare la Fattura Elettronica per imporsi in Italia: i dati IDC in una ricerca commissionata da Aruba. Per visualizzare tutti i risultati della ricerca, scarica l’infografica.

Oggi, a distanza di tempo dalla sua originaria introduzione, è facile comprendere come la Fatturazione Elettronica sia stata un importante passo avanti per il nostro Paese. Eppure non era cosa scontata e, soprattutto nei primi mesi, in troppe aziende è stata vista come un elemento di disturbo più che in qualità di strumento di facilitazione sia per l’ambito professionale che per il sistema Paese.

Ma oggi com’è la situazione? Qual è la percezione della Fatturazione Elettronica, soprattutto nelle piccole e medie aziende? La fotografia fornita da un sondaggio IDC commissionato da Aruba restituisce una fotografia che indica un orizzonte chiaro: le difficoltà sono ormai alle spalle e la propensione alla Fatturazione Elettronica è ormai ampia e trasversale.

Fatturazione elettronica, anche oltre l’obbligo

Non sono soltanto le aziende costrette a norma di legge alla fatturazione elettronica ad aver aderito a questa importante evoluzione. Questo la dice lunga sui vantaggi che lo strumento può offrire:

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I soggetti non obbligati alla fatturazione elettronica *

Gli interlocutori prevalenti in questa pratica sono le altre aziende: nel 71% dei casi sono proprio le imprese ad essere destinatarie delle fatture elettroniche emesse, trasformando così questo strumento in un vero e proprio standard soprattutto in ambiti come industria e commercio (dove la percentuale di e-fatture tra impresa e impresa supera il 90%).

Il sondaggio IDC mette in evidenza anche un ulteriore aspetto di grande importanza per comprendere il fenomeno della fattura elettronica: i maggiori benefici percepiti dalle aziende interrogate sono esattamente quelle peculiarità per cui la digitalizzazione delle fatture è stata concepita:
  • semplificata condivisione di fatture con clienti e fornitori (35%);
  • conservazione legale delle fatture attive e passive con rimozione del cartaceo (30%);
  • semplificazione degli adempimenti fiscali (27%);
  • riduzione dei rischi di errori manuali e di trasmissione (26%);
  • ecosostenibilità (25%).
Ciò testimonia il fatto che il progetto abbia colto nel segno, trovando rispondenza nei feedback di aziende che oggi, a distanza di tempo dall’introduzione, condividono i medesimi principi che hanno portato l’Italia ad adottare con relativa velocità la fattura elettronica come importante strumento evolutivo.
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I principali benefici percepiti per settore *
 
Come ogni nuovo strumento innovativo che impatta con un sistema economico, occorre maturare una lenta metabolizzazione della novità che in tempi più o meno rapidi (non per tutte le tecnologie la parabola è stata la medesima) crea il sostrato necessario per una successiva adozione di massa. I dati IDC fotografano oggi una maturazione culturale che appare ormai pressoché completa: il 75% delle aziende considerano ormai la Fatturazione Elettronica “essenziale per la digitalizzazione dell’impresa”, mentre sono ormai percentuali residuali a non considerarla fondamentale in ambito di digital transformation.

Fattura Elettronica ad alto volume

Altra evidenza particolarmente utile a comprendere i flussi che hanno portato la Fatturazione Elettronica ad imporsi è la differenza tra le diverse aziende in termini di volumi di fatture erogate. L’equazione è presto fatta: maggiore è il numero delle fatture erogate mensilmente, maggiore è la percezione dei vantaggi che la fattura elettronica è in grado di fornire.
 
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I volumi di fatture elettroniche erogate *
 
Ecco perché ad un livello medio di volumi (100-1000 fatture al mese) è soprattutto l’automazione dei processi ad essere gradita, mentre ad un livello più elevato emergono innegabili vantaggi anche nella collaborazione con il commercialista (+24%) e nella riduzione dei costi per carta e archivi documentali (+19%). Solo nelle microaziende la percezione dei vantaggi risulta minore, escludendo così in alcuni casi l’azienda dai benefici intrinseci della digitalizzazione (1 azienda su 5 ne resta tagliata fuori).

Innovazione contro l’inerzia

La storia della fatturazione elettronica in Italia ricalca fedelmente le dinamiche che l’innovazione affronta quotidianamente nell’incedere attraverso l’inerzia strumentale, organizzativa e culturale di privati e aziende. L’innovazione, infatti è cambiamento e il cambiamento può essere attitudine o costo. Quando è attitudine, diventa un’opportunità di grande vantaggio; quando è costo, si stratifica spesso in resistenza a oltranza che nega i vantaggi pur di mantenere l’inerzia del “abbiamo sempre fatto così”.
 
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L’apertura delle pmi alla trasformazione digitale *
 
La fattura elettronica è stata una vera e propria “disruption” in tal senso perché, forte dei suoi innegabili vantaggi, è stata supportata da normative e regolamenti che l’hanno resa uno standard obbligatorio per molte aziende: superato lo scalino della soglia all’ingresso, ecco che l’innovazione apportata è stata contagiosa e dilagante, portando ovunque il nuovo strumento nel giro di pochi anni.

Oggi la fatturazione elettronica è un asset a disposizione di aziende e PA, mentre quote residuale di impresa andranno a spegnere i propri afflati di resistenza poco alla volta, senza più impatto alcuno sulla generalità del sistema Italia. Oggi possiamo tranquillamente dirlo: la fattura elettronica è un bene che l’Italia ha saputo cogliere. Ai singoli, ora, l’opportunità di sfruttarne i vantaggi fino in fondo.

* Fonte: “Idc Italia”, IDC custom survey sponsored by Aruba, June 2021 - Per visualizzare tutti i risultati della ricerca, scarica l’infografica.


 
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