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Il Cloud di Aruba a supporto delle aziende per la compliance al GDPR; l'intervista a Lorenzo Giuntini, Head of Engineering di Aruba S.p.A.

12/11/2018
Intervista a L. Giuntini, Head of Engineering Aruba. Il Cloud di Aruba a supporto delle aziende per la compliance al GDPR.
Enterprise

Come le aziende italiane si approcciano al cloud?

Le aziende italiane in questo momento stanno cercando dei partner stabili per poter approcciare il cloud. Approcciare il cloud significa non necessariamente partire con lo spostare tutti i propri workload, i propri carichi di lavoro, ma in modo più graduale cominciare ad affacciarsi per lentamente migrare le proprie applicazioni in ambito cloud. Ormai quasi tutte le aziende hanno dei servizi cloud, che siano SaaS tipo posta elettronica o simili, o che siano Infrastruttura – IaaS - come i server virtuali. E’ un processo che è partito ormai qualche anno fa e si sta concretizzando.

Sono partite prima le piccole aziende quelle un po’ più flessibili e adesso la grande azienda già si sta approcciando al cloud.

Come Aruba supporta i clienti nella compliance al GDPR

Il GDPR di per sé, non è un qualcosa su cui si possono prendere certificazioni, ma è un regolamento, europeo, che sancisce come i dati devono essere trattati. Quello che può fare Aruba è cercare di dare supporto ai propri clienti, in quanto titolari dei dati personali, e a loro volta, dei loro clienti, per permettergli di strutturare meglio la loro compliance, quindi cercare di dare loro tutta le informazione la parte documentale necessaria per strutturarsi da quel punto di vista.

Aumenta la richiesta di Disaster Recovery. Perché?

Buona parte delle aziende che ci stanno interpellando ci chiedono di dotarsi di sistemi di Disaster Recovery (DR), e questo anche a seguito del GDPR che impone a seconda del tipo di dato, la salvaguardia di questo dato, per evitarne la perdita, e in generale, la non disponibilità del dato. Il DR in questo sicuramente permette di dotarsi di infrastruttura e di apparecchiatura, ma anche di processi, che permettono di mantenere un’alta affidabilità del dato anche a seguito di eventi disastrosi, come può essere un terremoto, un incendio o situazioni del genere. Aruba in questo, grazie alla sua infrastruttura, con 3 data center di proprietà presenti su territorio italiano e altri data center presenti su territorio europeo, permette al cliente di replicare i propri dati e mettere a disposizione del cliente infrastrutture in grado di ripristinare i servizi nel minor tempo possibile.

Cos’è il Disaster Recovery o ‘recupero da disastro’?

Il Disaster Recovery è un insieme di processi e di metodologie tecniche pe permettere il recupero da disastro. Se per disastro s’intende un qualcosa di mediamente catastrofico che interrompe i servizi in modo irrecuperabile su sito primario, il DR è un processo che permette la ripartenza, a seguito di questo disastro, in un sito secondario. Chiaramente deve essere predisposto precedentemente, devono essere costruita tutta la parte documentale, tutta la manualistica in grado di permettere il ripristino in caso di disastro, così che al momento in cui si subisca un fermo, siamo in grado di ripartire da un sito secondario. Ovviamente per poterlo fare, c’è bisogno di dotarsi di asset ma anche di metodologie e di processi in grado di permettere il ripristino delle informazioni e della disponibilità dei servizi.

In cosa consistono gli interventi progettuali di migrazione dell’ IT?

Interventi importanti che andiamo a fare a livello progettuale sono interventi di migrazione, migrazioni di infrastruttura che possono provenire da infrastrutture legacy all’interno dell’azienda che si vogliono spostare sul cloud. Questo tipo di intervento è molto sfidante per l’azienda perché si sta parlando di spostare quello che è il loro core business; ormai nell’IT viaggiano informazioni talmente importanti che pensare ad un’azienda in cui s’ interrompa completamente l’IT, naturalmente potrebbe produrre un danno veramente importante. Deve essere quindi pianificato attentamente, grazie anche al supporto consulenziale che Aruba ad esempio è in grado di mettere a disposizione e deve essere un qualcosa di ragionato e fatto a 4 mani insieme al cliente stesso, in modo da costruire un’infrastruttura ragionevolmente sufficiente a permettere alle applicazioni del cliente di girare nella nuova struttura, e in modo tale da permettere al cliente di migrare in tutta sicurezza, con tempi ragionevoli e sempre con la possibilità di tornare indietro in caso di problemi o nel caso in cui ci siano imprevisti.

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