Se per i documenti cartacei bastava apporre la propria firma autografa per dimostrare la provenienza di un documento (con i limiti legati alla facilità con cui una firma su carta possa essere falsificabile), il discorso è diverso per i documenti che nascono in formato digitale. Per firmare un documento digitale ci si affida a un pratico strumento composto da una Smart Card con certificato e da un lettore: la firma digitale.
Come recita l’articolo 1 del D.P.R. del 28 dicembre 2000:
“la firma digitale è un particolare tipo di firma elettronica qualificata basata su un sistema di chiavi asimmetriche a coppia, una pubblica e una privata, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l’integrità di un documento informatico o di un insieme di documenti informatici”.
Non si tratta dunque di una semplice firma elettronica, ma di un complesso sistema che garantisce la paternità e l’integrità con pieno valore legale di un documento. La firma digitale è senza dubbio un valido strumento per imprese e professionisti: grazie all’automazione e alla facilitazione del flusso dei documenti, essa sostituisce il processo di approvazione su carta, evitando lunghe code agli sportelli e risparmiando anche i costi di stampa.
Due sistemi per attribuire validità nel tempo alla firma digitale
Ma come attribuire una data certa ai documenti firmati digitalmente? La firma digitale infatti garantisce sull’identità di chi ha firmato il documento, sulla validità legale del documento, sulla sua integrità poiché risulta impossibile modificare il documento una volta firmato senza che ne sia compromessa la verifica, ma non viene fornita la data di apposizione della firma digitale sul documento.
Esistono tuttavia due strumenti che possono ovviare a questo problema in tutta semplicità. Il primo che analizzeremo è la marca temporale: si tratta di uno strumento che permette di associare data e ora certe a un documento informatico, fornendo una validazione temporale. La marca temporale è il metodo più diffuso per attribuire un preciso riferimento temporale a un documento informatico, inclusi i documenti con firma digitale. Se su un documento firmato digitalmente viene apposta anche la marca temporale, quest’ultima “conserva” la firma digitale. Questo serve a estendere la validità di un documento informatico firmato digitalmente oltre alla scadenza del certificato di firma, mantenendola anche nel caso in cui il certificato stesso risulti scaduto o revocato: la marca temporale permetterebbe di attestare che il momento di apposizione della firma digitale sia antecedente alla scadenza o alla revoca del certificato stesso. Inoltre, apponendo la marca digitale a un documento firmato digitalmente, esso acquisirà anche valore probatorio, diventando cioè una prova opponibile a terzi e non soltanto per le parti contraenti. Il secondo strumento per attribuire una data certa a un documento firmato digitalmente è la Posta Elettronica Certificata: inviando come allegato alla PEC un documento con firma digitale, il documento stesso acquisirà la data e l’ora esatta in cui il messaggio, e dunque l’allegato, è stato inviato. La PEC inoltre garantisce la provenienza, l’integrità e l’autenticità del messaggio.
Apporre la Marca Temporale a un documento firmato digitalmente o inviarlo come allegato tramite Posta Elettronica Certificata ne garantisce la validità nel tempo, conferendo inoltre opponibilità a terzi.
Su Pec.it è possibile attivare la PEC o acquistare Marche Temporali, questo il link: https://www.pec.it