Ecco come, un passo alla volta, la Firma Elettronica si è imposta in Italia in aziende di ogni dimensione. Per visualizzare tutti i risultati della ricerca, scarica l’
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In quella Italia imprenditoriale e professionale che in questi anni ha dovuto fare i conti con le pulsioni contrastanti dell’innovazione tecnologica e dell’inerzia culturale, la Firma Elettronica si è affermata con forza, arrivando ormai a diventare strumento comune in 3 imprese su 4. I dati parlano chiaro: il 74% dell’impresa ha ormai adottato questo tipo di soluzione contro un 26% di aziende che ancora non hanno mosso questo passo. Se si considera che il 16% delle aziende considera il digitale “più come una minaccia che non come un’opportunità”, appare chiaro il fatto che la Firma Elettronica abbia occupato capillarmente tutta quella platea di aziende ben disposta nei confronti delle nuove soluzioni (sia in quel 48% di aziende favorevoli che tra il 36% delle aziende “propense” alla trasformazione digitale).
I dati emergono da un sondaggio commissionato da Aruba e condotto da IDC, di grandissima utilità per scrutare a fondo non soltanto l’incedere della trasformazione digitale nel mondo del lavoro, ma soprattutto per capirne le dinamiche ed i flussi di maggior forza propulsiva.
L’adozione della Firma Elettronica *
Il sondaggio Aruba/IDC esplora altresì il tipo di firma adottato in azienda, poiché questo può dire molto sulle modalità di utilizzo, sul tipo di competenza maturato e sulle eventuali specificità nei differenti settori. Quel che emerge è un quadro di questo tipo:
- Il 41% delle aziende utilizza la Firma Elettronica Qualificata (con l’utilizzo di Smart Card/Token): risulta essere particolarmente diffusa tra aziende di piccola dimensione, tra i 6 ed i 20 addetti pressoché in ogni settore, tranne quello dei servizi professionali;
- Il 39% delle aziende utilizza la Firma Elettronica Semplice (user/password): è questo l’approdo ideale nella percezione delle aziende dei servizi alla persona (51%) e dei servizi professionali (47%);
- Il 29% delle aziende utilizza la Firma Digitale Remota (con codice OTP su mobile, display o USB): questa particolare versione risulta preferibile soprattutto tra le aziende dei servizi professionali nei comparti bancario, assicurativo e industriale;
- L’1% delle aziende ha scelto la Firma Elettronica Avanzata, soluzione particolare con peculiarità apprezzate soprattutto tra aziende da 6-20 addetti nella PAL (Pubblica Amministrazione Locale).
La cadenza di utilizzo misura tanto la capillarità di penetrazione di questo tipo di tecnologia, quanto la molteplicità di usi e servizi per i quali ci si può avvalere di Firma Elettronica. Anche in questo si misura ormai una costanza sempre maggiore, conseguenza di un processo di trasformazione che non coinvolge soltanto l’azienda, ma anche l’intero contesto in cui l’impresa italiana opera. Nella fattispecie, secondo i dati raccolti nel sondaggio, la Firma Elettronica viene utilizzata in azienda almeno una volta al giorno dal 17% delle imprese intervistate, almeno una volta a settimana dal 22% e almeno una volta al mese nel 34% dei casi. Il 27% delle aziende la utilizza in modo residuale, una volta ogni sei mesi (13%) o una volta all’anno (14%).
Il principale driver nell’utilizzo della Firma Elettronica è la Pubblica Amministrazione: nel 61% dei casi è infatti l’interlocutore principale dell’azienda, quasi il doppio rispetto ai rapporti che intrattengono le aziende tra di loro. Questo dimostra quanto importante sia stato imporre la Firma Elettronica nel mondo della PA, poiché da qui ha iniziato a dilagare nell’impresa fino a diventare strumento comune. Solo il 3% delle interlocuzioni avviene con i privati cittadini e in questa particolare modalità sono i settori bancari e assicurativi a farla da padrona.
I principali casi d’uso della Firma Elettronica *
Perché si utilizza la Firma Elettronica? Quali i casi d’uso principali, che ne motivano l’adozione e che ne contraddistinguono gli utilizzi nei vari settori? Secondo i dati IDC (vedi il grafico) ci sono ambiti specifici nei quali questa soluzione si impone con maggior incisività, ma è soprattutto importante leggere questi dati alla luce dei valori di principio che esprimono. Il 55% delle aziende, infatti, considera il valore legale della firma come il principale beneficio offerto da questa innovazione, mentre il 54% delle stesse ritiene che la sicurezza sia tra i “plus” di maggior peso. Spiega IDC nel dettaglio, sottolineando ancora una volta il valore essenziale della PA nel moto propulsivo di questa rivoluzione:
- 75% delle istituzioni della PAL e 63% delle aziende del comparto dei servizi professionali considerano Valore Legale e autenticità i principali benefici della firma elettronica
- 58% aziende del settore industria e del settore dei servizi alla persona che percepiscono come primario i benefici di sicurezza garantiti dalla crittografia
- 28% delle istituzioni della PAL considerano importante il beneficio derivante della garanzia dell’inalterabilità del documento sottoscritto.
La storia della Firma Elettronica è stata fin qui segnata da una progressiva estensione di questa tecnologia tra le aziende interessate: un’estensione partita dalla PA ed esondata nell’impresa con lento e progressivo procedere: i dati Aruba/IDC ne hanno fotografata la situazione attuale. Non si tratta però di un punto di arrivo, quanto di uno snodo di svolta: il futuro della Firma Elettronica è ora indirizzato verso un utilizzo sempre più diffuso e capillare, con una moltiplicazione dei contesti d’uso attivati ed una maggior frequenza di accesso a questo strumento da parte di ogni singolo professionista attivo.
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Fonte: “Idc Italia”, IDC custom survey sponsored by Aruba, June 2021 - Per visualizzare tutti i risultati della ricerca, scarica l’
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