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Il dominio che ti interessa è già occupato? Ecco come fare a scoprire di chi è, e ad acquistarlo

26/05/2023
Domio occupato
PMIPrivatiProfessionisti
Una delle prime attività da compiere quando si avvia un nuovo business, oppure quando una venture già attiva vuol essere portata a un livello superiore, per esempio, per via dell’individuazione di una nuova idea killer da lanciare sul mercato, è quella che consiste nel trovare il nome di dominio più adatto con il quale la nuova realtà dovrà essere identificata e (ri)conosciuta sul web.

In entrambi i casi, ma ancora di più quando si parte da zero, ci si può trovare addirittura nella condizione di dover subordinare il nome stesso dell’azienda alla disponibilità del relativo nome di dominio di secondo livello, cioè quello che definisce il brand o l’etichetta identificativa del prodotto che sta al centro della nuova iniziativa.

Pertanto, tutto ciò può arrivare ad assumere il carattere di urgenza, dato che il time-to-market, in un contesto ad elevatissima concorrenza qual è oggi quello della Rete, può rivelarsi decisivo.

La scelta del dominio perfetto

Una volta individuato, il dominio di secondo livello andrà poi associato a quello di primo livello, che costituisce la parte finale di un indirizzo web e che, se la dimensione del business è generale e globale trova il suo ideale nel .com.

Quando, invece, si opera in un ecosistema prevalentemente locale lo si potrà associare all’estensione geografica di riferimento, il .it italiano, per intenderci.
 
Si potrà, inoltre, valutare l’eventualità di fare ricorso a una delle varie altre numerose estensioni più specifiche, quando si vuole identificare maggiormente la nicchia di mercato nella quale si intende operare.
 
Solitamente, queste tre esigenze convivono e, pertanto, più che effettuare una scelta, nella registrazione del dominio si opta per registrare più indirizzi, associando il nome di secondo livello a più estensioni di primo.
 
Aldilà, dei casi specifici, quel che è chiaro è che si tratta di un momento-chiave, soprattutto, come abbiamo sottolineato all’inizio, quando la decisione finale del nome dell’attività in fieri resta in sospeso in attesa di capire la disponibilità del relativo dominio.

E se qualcuno ci ha già pensato prima?

La faccenda si fa più complessa quando, una volta individuato il nome giusto, ci si accorge che quest’ultimo è stato ritenuto tale già da qualcun altro.

In questo caso, le opzioni sono, fondamentalmente, due: abbandonare l’idea iniziale e mettersi alla ricerca di una valida alternativa, oppure non soprassedere e identificare colui che lo detiene e provare a contattarlo e proporgli di acquistarlo.

Se si tratta di un dominio associato a un’attività in corso, fruttuosa e ben posizionata, le speranze di poterselo aggiudicare sono pressoché nulle, mentre su un altro fronte, cioè quello che riguarda il cosiddetto mercato aftermarket oppure quello dei domini Premium, c’è la possibilità di trovare soddisfazione.
 
L’etichetta che pone questi domini in una posizione di prestigio non è casuale: si ha, infatti, a che fare con “oggetti” dal grande valore commerciale che viene determinato dalla loro facilità di essere pronunciati e memorizzati, dalla frequenza elevata del loro utilizzo nella vita di tutti i giorni e della loro presenza nell’immaginario comune con tutto ciò che ne consegue in termini di posizionamento sui motori di ricerca e quindi di traffico.

Il prezzo di acquisto di questi domini precedentemente acquistati e poi reintrodotti sul mercato dai rispettivi proprietari è fortemente variabile perché dipendente dal livello di corrispondenza ai fattori che abbiamo appena elencato e quindi dal loro pregio.

Pertanto, prima di procedere con le operazioni necessarie a entrare in possesso del dominio che si desidera è fondamentale fare chiarezza su due aspetti: il budget che si desidera allocare e il tempo che si è disposti a mettere a disposizione affinché l’operazione si concluda: tra contattare il proprietario, negoziare con un prezzo equo, effettuare il pagamento e trasferire il dominio, possono, infatti, trascorrere intere settimane, se non mesi.

Senza contare che in ciascuna delle fasi suddette potrebbero verificarsi diversi intoppi, soprattutto nei primi due step del processo.
 
A questo proposito, bisogna, innanzitutto, tenere conto del fatto che il GDPR, cioè il regolamento generale dell’Unione Europea in materia di tutela dei dati personali, garantisce al proprietario del dominio di poter scegliere il proprio livello di anonimato sui WHOIS, gli “elenchi telefonici” del web che contengono tutti i nomi di dominio e i relativi dati di contatto.

Per tutte queste ragioni, una buona strada da seguire potrebbe essere quella di affidarsi ai servizi specifici di recupero domini e brokeraggio messi a disposizione da molti Internet Service Provider, sia in termini di individuazione diretta dei domini Premium disponibili all’acquisto che di consulenza specifica e personalizzata per le singole esigenze.


 
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