La Rete è cambiata e tutto è cambiato: il rapporto di concausa è reciproco e bivalente. L’evoluzione delle comunicazioni ha infatti richiesto sempre maggiori velocità e capacità a Internet e nel frattempo sono aumentati i device (e le persone) connessi. Quel che neppure era ipotizzabile agli inizi di questa rivoluzione (anni ’70), oggi è realtà e la crescita continua ad essere esponenziale. Inevitabilmente è questa la chiave di lettura che porta a chiedersi perché, ad un certo punto di questa evoluzione, sia diventato necessario mettere da parte l’Internet Protocol
IPv4 per passare all’
IPv6. Ed è questa la considerazione che deve far riflettere quando un’offerta quale quella della Fibra di Aruba prevede un IPv6 statico a disposizione, gratis, per tutti gli abbonati. Per comprenderne il valore e l’utilità, infatti, bisogna partire proprio dalla sua natura rispondendo ad una domanda fondamentale:
a cosa può servire un indirizzo IP statico?
IPv4 vs IPv6
L’Internet Protocol è quel sistema che attribuisce un
indirizzo univoco ad ogni singolo nodo della Rete. Quando è stato ideato, venne pensato come una serie di quattro numeri a tre cifre intervallati da un punto: un indirizzo a 32bit, dunque, che può fornire qualcosa come 4,3 miliardi di indirizzi unici. Ogni volta che ci si collega ad Internet, dunque, viene attribuito alla nostra macchina un indirizzo IP del tipo 72.114.22.139: è questo un tipico indirizzo IPv4, uno degli oltre 4,3 miliardi disponibili. Tantissimi, secondo gli standard del 1983, quando il sistema nacque. Pochissimi, secondo gli standard odierni, quando il numero di device personali connessi si sta moltiplicando e l’IoT promette ampliamenti ulteriori.
Si è dunque passati all’IPv6 nel momento stesso in cui è stato chiaro che di spazi sull’IPv4 non ce ne fossero ormai più.
L’IPv6 è un indirizzo a 128bit rappresentabile con 8 blocchi di 4 cifre esadecimali in sequenza (esempio: 2001:0db8:85a3:0000:1319:8a2e:0370:7344): così facendo il numero di combinazioni possibili è aumentato esponenzialmente fino a diventare virtualmente infinito.
Oggi gli indirizzi statici di tipo IPv4 sono ampiamente utilizzati e con Aruba è possibile avere il proprio indirizzo al costo limitato di soli 3€/mese: compatibilità totale in ogni circostanza, piena affidabilità, una garanzia per qualsiasi configurazione. Importante novità sul panorama TLC è però l’offerta ulteriore di un indirizzo IPv6 statico a disposizione, un vero e proprio “plus” gratuito in offerta standard per ogni nuovo abbonato. Per i vecchi abbonati è invece sufficiente portare avanti specifica richiesta e si avrà la relativa abilitazione immediata.
Nel momento in cui un indirizzo IP statico è fondamentale per svolgere una lunga serie di attività, l’IPv6 corre così in soccorso fin da subito, mentre l’IPv4 è a disposizione per ogni esigenza specifica.
A cosa serve un indirizzo statico?
Un indirizzo
statico (tanto IPv4 quanto IPv6) è una sorta di riconoscimento stabile sulla rete. Ogni qualvolta ci si collegherà, l’indirizzo statico andrà a contraddistinguere identità e provenienza della tua connessione. Questo elemento è fondamentale rispetto agli indirizzi IP dinamici (configurazione tipica di ogni connessione) poiché permette di poter prevedere a priori la propria “posizione” all’interno della rete. Questa predicibilità è fondamentale quando si ospita un cloud privato, un server VPN casalingo o d’ufficio, quando si sviluppa un sistema domotico o si installa un sistema di videosorveglianza connesso. Insomma, quando serve avere riferimenti preimpostati, utili a concedere specifiche autorizzazioni, l’indirizzo IP statico è un valore aggiunto imprescindibile.
Nell’era dell’IoT, dove sempre più device sono connessi e sempre più spesso un indirizzo statico diventa fondamentale per poterne sfruttare le opportunità, Aruba ha voluto attribuire questa opzione di default ad ogni abbonato: un vero e proprio omaggio, una mano tesa a chiunque voglia poter sfruttare al massimo la propria connessione per portarla ad un livello altro ed ulteriore. In
questa pagina trovi l'offerta dedicata di Aruba
A chi serve un indirizzo IPv6 statico?
Le combinazioni possibili di indirizzi IPv6 sono 2
128: un numero abnorme, che per molti anni non darà problemi. Poterne avere uno a disposizione significa identificare precisamente la propria “posizione” in questa Rete per potervi costruire su le proprie utilità, ricavando valore ulteriore dalla propria connessione standard.
Se pochi anni or sono collegarsi alla rete significava sostanzialmente giocare in multiplayer, navigare e scaricare file, oggi le utilità sono molte di più. Inoltre l’Internet of Things ha portato online anche i nostri termostati, i frigoriferi, le televisioni, gli orologi e quanti altri device intelligenti. Questa moltiplicazione di elementi ha reso l’IPv6 una prospettiva fondamentale e l’IPv6 statico inevitabilmente utile, poiché permette un utilizzo avanzato della Rete programmando i propri accessi a fini di sicurezza e determinando le azioni che si debbono compiere attraverso tale connessione.
Portare una connessione in fibra in casa non significa più soltanto dotarsi di semplice connettività: è una vera e propria scintilla di vita nella propria dimensione digitale, resa possibile grazie al miracolo della tecnologia nato sulle basi dell’IPv4 e sulle ali dell’IPv6.