Se
affitti a breve termine in Italia, ci sono due codici identificativi obbligatori che devi conoscere: il
Codice Identificativo Regionale (CIR) e il
Codice Identificativo Nazionale (CIN).
Questi codici hanno lo scopo di migliorare la trasparenza dell'offerta turistica, contrastare l'ospitalità irregolare e garantire il rispetto delle normative su sicurezza, igiene e qualità dei servizi. Inoltre, consentono alle autorità locali competenti di monitorare le attività delle strutture ricettive e raccogliere dati utili a fini statistici e fiscali.
Cos'è il CIR e come ottenerlo
Il CIR è un codice alfanumerico che quasi tutte le
regioni hanno adottato
per identificare in modo univoco le strutture ricettive e gli immobili destinati alle locazioni brevi. La sua composizione varia a seconda della regione, ma generalmente include il codice ISTAT (di comune, provincia o regione), un codice che identifica il tipo di struttura e un numero progressivo.
Per ottenere il CIR non esiste una procedura unica valida per tutto il territorio nazionale.
Ogni regione ha adottato un iter specifico, che può variare in complessità a seconda di eventuali accordi con i comuni:
Il processo si articola generalmente in tre fasi, di cui una preliminare:
- verifica di regolarità dell’alloggio: prima di registrare l’alloggio è indispensabile verificare che esso sia conforme alle norme vigenti in materia di igiene e sicurezza. Infatti il comune può chiedere documenti o autocertificazioni che ne attestino la regolarità;
- registrazione dell’alloggio presso il comune seguendo le modalità previste localmente. Alcuni comuni richiedono la compilazione di modelli standard, altri prevedono l’utilizzo di piattaforme telematiche come Impresa in un Giorno;
- trasmissione dei dati alla regione, tra cui quelli forniti al comune nella fase precedente. Se esiste un protocollo d’intesa tra regione e comune, è quest’ultimo a gestire l’intero iter. In caso contrario, sarà chi chiede il CIR a occuparsene direttamente.
È importante notare che alcune regioni richiedono un
indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) per completare la procedura di richiesta del CIR. Ad esempio, in
Lombardia, Campania, Sicilia e Molise la PEC è necessaria per l'invio e la ricezione di documenti ufficiali. Ti consigliamo quindi di controllare la procedura specifica prevista dalla tua regione.
Cos'è il CIN e come ottenerlo
Mentre il CIR è gestito a livello locale e si ottiene con modalità che variano da regione a regione, il CIN uniforma l'identificazione delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi
a livello nazionale.
A partire dal 1° gennaio 2025 sarà obbligatorio esporre il CIN all'esterno dell'immobile e in tutti gli annunci pubblicitari.
Per ottenere il CIN, è necessario:
- accedere al Portale Telematico del Ministero del Turismo (BDSR) utilizzando le proprie credenziali SPID;
- presentare un'istanza telematica corredata da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesta i dati catastali dell’immobile e i requisiti di sicurezza degli impianti;
- attendere l'assegnazione automatica del CIN, che dovrà essere esposto come previsto dalla normativa.
La gestione del CIN è affidata al Ministero del Turismo, che coordinerà anche una
banca dati nazionale dedicata. I codici identificativi locali già assegnati da regioni, province autonome o comuni saranno automaticamente ricodificati in CIN.
Sanzioni per mancanza di CIR e CIN
Non rispettare le normative su CIR e CIN può costare caro: nel caso del CIN, le
sanzioni amministrative pecuniarie possono variare tra i 500 e gli 8.000 euro, a seconda della gravità dell'infrazione e delle dimensioni dell’immobile.
Affitti brevi: tutto in regola con CIR e CIN
Se offri affitti brevi in Italia, ottenere e rispettare gli obblighi relativi ai codici CIR e CIN è fondamentale. Questi codici garantiscono la conformità alle normative vigenti, e promuovono trasparenza e legalità nel settore. Assicurati di seguire le procedure previste e di rispettare le scadenze per evitare sanzioni e operare in piena regolarità.