Dopo oltre un anno e mezzo di pandemia, si è reso evidente lo scenario a cui molte aziende italiane hanno dovuto far fronte: l’estrema digitalizzazione. Data l’impossibilità, per molti mesi, di spostarsi al di là delle attività più basilari, varie organizzazioni hanno dovuto abbracciare metodi e strategie di lavoro fondate del tutto su strumenti digitali.
Uno switch, impetuoso e frenetico, che ha fatto svoltare davvero verso la trasformazione digitale, forse in maniera poco organica e con un impatto rilevante, ma con la conseguenza di aver attivato dei flussi dai quali non si tornerà indietro.
In tale panorama, i servizi trust rivestono un ruolo essenziale nel fornire quelle garanzie formali necessarie affinché i processi possano attivarsi e la fiducia trasformarsi in sostanza. E su tali elementi si è focalizzata un’indagine realizzata da CIONet, in collaborazione con Aruba Enterprise, circa la componente “trust” nei processi di trasformazione digitale.
La finalità della ricerca è stata quella di voler comprendere quale sia il ruolo dei servizi fiduciari nelle attività seguite dall'organizzazione quando ha la necessità di volersi rendere più innovativa e competitiva, in un'economia sempre più digitale.
La survey “
La componente Trust nei progetti di Digital Transformation” è stata lanciata il 22 giugno 2021 ed è stata chiusa il 31 luglio 2021, su un panel formato per il 95% da CIO, ICT Manager e CTO di varie industry.
Partendo dal quesito su quali
conseguenze sta portando la nuova ondata di digitalizzazione, il 61% degli intervistati considera, come effetto principale, la
valorizzazione e la crescita delle risorse umane, seguito dalla nascita di un’organizzazione meno strutturata, più dinamica e reattiva (49%) e dalla possibilità di bilanciare il lavoro in presenza con lo smart working (37%).
Quando si parla di Trust, nell’ambito della digital transformation invece, si pensa, per il 37%, alle competenze tecnologiche che assicurano la sicurezza delle transazioni digitali; per il 35% alla
fiducia degli utenti rispetto all’utilizzo delle tecnologie digitali nel rapporto con aziende e PA; per il 20% alle competenze tecnologiche che assicurano la validità delle transazioni digitali.
Uno scenario che vede impattare i servizi fiduciari, soprattutto negli ambienti IT e, a scendere, nel marketing, produzione, customer service, logistica, acquisti, amministrazione e controllo, R&D, HR, direzione generale.
Abilitatori di digitalizzazione
I Digital Trust Services si pongono quindi come abilitatore chiave del processo di digitalizzazione, offrendo strumenti per l’agire digitale, servizi e soluzioni per operare in contesti sempre più virtualizzati, garantendo requisiti base come la
sicurezza e la
compliance alle normative,
l’integrità del dato o del documento, la necessità di
riconoscere l’identità delle persone, l’esigenza dell’opponibilità a terzi, di assicurare il
valore legale di un documento.
Nonostante ciò, come la survey ha rilevato, ci sono cause che ne rallentano una piena e larga adozione.
Tra queste, gli aspetti culturali (57%), la complessità dei processi integrativi (54%) e i costi e tempi di implementazione (52%).
Secondo Aruba Enterprise, un modo per diminuire tali percentuali e accelerare verso l’attuazione di fondo dei Trust Services è puntare maggiormente sull’
integrazione.
Si tratta di un atteggiamento, una qualità da ricercare nei partner tecnologici e nei servizi digitali disponibili sul mercato.
Integrare, in ambito tecnologico, vuol dire incorporare strumenti o servizi, che richiedono abilità e capacità di gestione, e facilità di adozione e uso.
Scegliere strumenti integrabili e soluzioni integranti significa condizionare in modo positivo gli aspetti organizzativi e ancora più a fondo strategici di un’impresa, a qualsiasi livello, e coltivare in modo armonico la sua relazione con tutti gli altri soggetti del contesto economico.
Trasformazione personalizzata
Questo perché la Digital Transformation è un processo strutturato, più che un percorso con un traguardo stabilito, i cui effetti saranno visibili a lungo termine.
In questo, il ruolo di partner con forti know-how strategici, tecnologici e normativi, diventa sempre più necessario per guidare l’azienda tramite step graduali di rinnovamento, con piani personalizzati e cuciti a misura di cliente.
Premesse che portano il 61% delle imprese italiane, parte della survey, a ritenere che gli
investimenti nella digital transformation siano destinati a crescere nel corso dei prossimi anni.
Per il 37% saranno in linea con quelli attuali, mentre è solo il 2% a pensare che caleranno.
Le soluzioni Trust percepite a maggior valore aggiunto sono quelle, nel 63% dei casi, pensate per la gestione di processi approvativi e firma, seguiti dai servizi di identità digitale (59%) e da quelli di conservazione digitale (51%).
Risposte che testimoniano come i dati e i
flussi informativi siano essenziali per migliorare il business aziendale.
Il 73%, infatti, li usa spesso o molto spesso, il 16% abbastanza, ed è solo l’11% che ancora dichiara di non sfruttare appieno il potenziale dei dati per migliorare il proprio business.