Aprire un canale Youtube può rappresentare un ottimo modo per promuovere i propri contenuti e anche una fonte di acquisizione di nuovi clienti per la propria attività. Ad oggi YouTube rappresenta infatti il secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo, dopo Google.
Oltre a tutto questo, Youtube può rappresentare anche una notevole
fonte di monetizzazione. Negli ultimi anni infatti è stata attivata la possibilità di poter guadagnare dalla visualizzazione dei propri video; in base al numero delle visualizzazioni Youtube riconosce un pagamento mensile a tutti i “creators” che rispettino determinati requisiti.
Per poter attivare la monetizzazione del proprio canale Youtube, bisognerà prima raggiungere dei risultati e degli standard minimi, come ad esempio:
- Aver raggiunto almeno 1.000 iscritti al proprio canale
- Avere ottenuto almeno 4.000 ore di visualizzazioni pubbliche valide negli ultimi 12 mesi
- Avere verificato la propria identità e attivato un account su Google ADS.
Una volta ottenuti i primi incassi, sarà quindi necessario gestire correttamente dal punto di vista fiscale tutti gli introiti ricevuti. Nel caso in cui questi dovessero diventare ricorrenti, e superiori alla soglia prevista per i ricavi occasionali, bisognerà
provvedere all’apertura di una partita IVA.
Aprire una partita IVA per guadagni da Youtube
Quasi tutti gli Youtuber decidono di iniziare la propria attività con l’apertura di una
partita IVA in regime forfettario, Questo infatti rappresenta il regime fiscale più conveniente, e di facile gestione, data la ridotta quantità di adempimenti burocratici.
Tra i vantaggi più importanti del regime forfettario spicca sicuramente la percentuale più bassa rispetto a tutti gli altri regimi fiscali. Nel forfettario infatti la
tassazione è pari al 5% per i primi 5 anni (dedicata a tutti i soggetti in possesso dei requisiti di start-up), passa poi al 15% ma solo dal sesto anno in poi.
Altro grande vantaggio del regime forfettario è dato
dall’esenzione dall’IVA. Al contrario infatti del regime semplificato o ordinario, nel regime forfettario non è presente l’IVA, questa quindi non verrà applicata sulle fatture emesse verso i clienti, sia italiani che esteri.
Tra gli altri vantaggi sono da ricordare anche l’
assenza di ritenuta d’acconto e una contabilità molto più semplice da gestire rispetto al regime semplificato o ordinario. In questo regime di vantaggio infatti non è necessaria la registrazione delle fatture, l’invio degli studi di settore, il pagamento dell’IRAP, o l’invio delle dichiarazioni IVA trimestrali o annuali.
D’altra parte per poter aderire al regime forfettario è necessario rispettare determinati requisiti, il più importante è sicuramente dato da un
limite di incassi annuali che non dovrà superare 65.000 euro. Chi dovesse superare questa cifra, dovrà uscire fuori dal regime forfettario e aderire quindi al regime semplificato o ordinario dal 1° Gennaio dell’anno successivo.
Anche tutti gli Youtuber in possesso di un reddito da lavoro dipendente o da pensione potranno decidere di aprire contemporaneamente una partita IVA in regime forfettario, a patto che questi redditi siano inferiori a 30.000 euro lordi.
Oltre alle imposte, ogni Youtuber dovrà versare anche una quota relativa ai propri contributi previdenziali INPS alla gestione commercianti INPS, sarà naturalmente necessario prima provvedere all’iscrizione in Camera di Commercio.
Youtuber: iscrizione in Camera di Commercio e pagamenti INPS
I ricavi pubblicitari, come quelli derivanti dalla monetizzazione del proprio canale Youtube, rappresentano una vera e propria attività commerciale. Contestualmente all’ apertura della partita IVA in regime forfettario sarà quindi necessario provvedere all’
iscrizione in Camera di Commercio e alla Gestione Commercianti INPS.
L’iscrizione in Camera di Commercio si completerà tramite l’invio di una pratica telematica, denominata ComUnica, che provvederà a comunicare a enti diversi (Camera di Commercio, Agenzia delle Entrate, INPS, Comune di appartenenza) l’inizio della propria attività autonoma. Per poter completare queste pratiche sarà però necessario
essere in possesso di una PEC (Posta Elettronica Certificata),
e anche di una firma digitale, necessaria alla firma in formato. p7m di tutti gli allegati da inviare agli uffici.
Le ricevute di presentazione della pratica, nonché la visura camerale attestante l’avvenuta iscrizione in Camera di Commercio, saranno poi inviate dagli enti direttamente sulla PEC del titolare di partita IVA.
Altro strumento fondamentale di cui predisporsi è un
software di fatturazione elettronica. Dal 1° Luglio 2022 anche i titolari di partita IVA in regime forfettario con un fatturato annuo superiore ai 25.000 euro hanno infatti l’obbligo di emettere fatture in formato elettronico. Dal 1° Gennaio 2024 invece, sarà la volta di tutti gli aderenti al regime forfettario con un fatturato annuo inferiore ai 25.000 euro. Un software di fatturazione elettronica risulterà quindi fondamentale sia per la trasmissione delle fatture al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, sia per la ricezione delle fatture di acquisto di prodotti o servizi.
I contributi INPS verranno versati appunto alla
Gestione Commercianti INPS che prevederà quindi una quota “minimale” di contributi da versare pari a circa 3.800 euro annuali, suddivisi in quattro rate trimestrali da circa 950 euro l’una. Anche in questo caso, coloro che hanno optato per l’adesione al regime forfettario, potranno godere di un ulteriore vantaggio rappresentato dall’abbattimento del 35% di questi contributi, che verranno quindi ridotti a circa 2.600 euro annuali, quattro rate trimestrali da circa 650 euro.