Chi gestisce
associazioni sportive e
impianti sportivi è in queste ore in grande fermento per il bando lanciato dal Ministero per lo Sport, dove sono garantiti
contributi a fondo perduto a fronte di una richiesta da presentare secondo le modalità previste. Non occorre una progettualità specifica a monte, insomma: si tratta semplicemente di un
contributo basato sul numero di tesserati ai quali si garantisce la possibilità di praticare un’attività sportiva.
Un contributo simile sarà di grandissimo aiuto per tutte quelle associazioni che hanno grandi impianti da gestire e mantenere in parallelo alle attività sportive tradizionali. Per mettere mano a questo improvviso tesoretto, però, occorre fare attenzione ad alcuni aspetti importanti, pena l'esclusione dal bando:
- La scadenza del bando è già al prossimo 19 luglio 2023;
- Per poter portare avanti la richiesta occorre essere in possesso di alcuni strumenti e documenti fondamentali.
Il bando
Il bando mette a disposizione delle associazioni un budget pari a 58 milioni di euro. A potervi attingere saranno le ASD, mentre un budget parallelo da 67 milioni è messo a disposizione dei soli gestori di piscine (duramente colpite nei mesi del Covid). Lo spettante per ogni associazione sarà basato sul numero dei tesserati in archivio alla data del 24 marzo 2023 e si tratta di un contributo a fondo perduto, dunque senza necessità di rimborso alcuno, né legati a qualsivoglia cofinanziamento.
Denaro liquido e rapido, insomma: un vero miraggio per qualsiasi associazione sportiva. L’attenzione si sposta pertanto sulle tempistiche e sui requisiti necessari per richiederlo.
Cosa occorre avere
Per portare avanti la domanda di contributo occorre fare riferimento a
questa pagina, dove bisognerà scegliere tra i differenti bandi per poter accedere all’intervento desiderato. Una volta selezionato “
Fondo Perduto Impianti Sportivi – 2023” si entrerà nella procedura.
Primo requisito: lo
SPID. Grazie all’identità SPID del Presidente dell’associazione sportiva, infatti, sarà possibile legare inconfutabilmente l’identità del privato con la rappresentanza dell’ASD, creando così quell’incrocio di informazioni che apre la strada ai passi successivi. Il presidente, persona deputata alla compilazione della richiesta, dovrà inoltre essere in possesso di due ulteriori strumenti: una PEC e una Firma Digitale.
La
PEC è richiesta come riferimento utile alla ricezione della documentazione successiva: con ogni probabilità sarà lo strumento di comunicazione utilizzato dal ministero per aggiornare sull’accettazione della domanda e sull’erogazione dei fondi, sostituendo le raccomandate e velocizzando le procedure.
La
Firma Digitale è invece necessaria come tassello finale della richiesta: va apposta sul PDF restituito dal sistema, nel quale è riassunta la richiesta portata avanti e con la quale il Presidente appone il proprio consenso alla chiusura della pratica, garantendo in prima persona per la veridicità dei documenti caricati e delle informazioni fornite.
Come si compila
Prima di iniziare la compilazione della domanda occorre inoltre avere a disposizione:
- IBAN dell’associazione e intestazione del conto corrente, utili alla ricezione della somma elargita;
- Documento che certifica la gestione dell’impianto sportivo da parte dell’associazione (ad esempio una convenzione con l’entità comunale proprietaria o atti affini);
- Certificazione dell’Agenzia delle Entrate che configura l’attribuzione di codice fiscale ed eventuale partita iva all’associazione;
- Dati del domicilio del Presidente dell’associazione.
La firma digitale torna utile anche quando, in assenza di specifica documentazione, sia possibile fornire un’autocertificazione: in questo caso il documento va firmato per legare la veridicità delle informazioni fornite alla responsabilità di chi dichiara il tutto.
Una volta avuto accesso alla piattaforma tramite SPID, occorre semplicemente inserire le informazioni richieste in modo ordinato. Una seconda tab “Allegati” consente di aggiungere la documentazione richiesta in formato PDF.
Qualora alcune informazioni obbligatorie dovessero risultare mancanti, al termine della procedura compare una finestra di pop-up che informa del fatto che la pratica non può proseguire fin quando tutte le informazioni non siano state inserite.
Se tutto è inserito come da richiesta, invece, ecco giungere a video la conferma della bontà della procedura, chiedendo di procedere con due passaggi ulteriori:
- Download della domanda definitiva di accesso al contributo;
- Caricamento della domanda medesima con firma digitale.
A questo punto non si dovrà far altro che attendere lo scadere dei termini, l’analisi delle pratiche e l’inizio delle erogazioni.
Digitale, conviene!
Il CONI
contava nel 2020 circa 13 milioni di sportivi tesserati in Italia, organizzati in circa 115 mila associazioni/società sportive dilettantistiche. Tra queste, potranno fare richiesta di contributo soltanto quelle dotate di un Presidente sufficientemente organizzato per accedere al bando da piattaforma digitale, accedere con SPID, dotato di PEC per la ricezione delle informative e in grado di aggiungere una firma digitale alla domanda di contributo.
La digitalizzazione conviene in tutti i sensi, insomma: è questo il nuovo standard per l’erogazione dei contributi e non c’è associazione sportiva che possa ignorare questi requisiti al cospetto di un contributo a fondo perduto di questo tipo.