Esattamente come curare una mostra d’arte significa scegliere le opere più rappresentative per inquadrare un artista o un preciso momento storico, fare content curation significa essere curatori di una “mostra” in cui al posto delle opere d’arte ci sono contenuti sviluppati in precedenza da altre persone.
Questa attività presenta nelle dinamiche di condivisione diversi punti di vicinanza col
content marketing, che tuttavia differisce dalla
content curation perché attiene alla produzione e diffusione di contenuti testuali, audio o visuali attraverso i propri canali di comunicazione.
Per fare content curation invece non devi produrre contenuti, ma solo
individuare quelli giusti da condividere nei modi opportuni con il pubblico a cui ti riferisci. Vediamo nel dettaglio quali sono i passaggi chiave di questa attività.
Selezionare i contenuti
Il primo passaggio è
scegliere i contenuti da condividere col tuo pubblico. È tutt’altro che banale perché la qualità del tuo lavoro di curatore dipende sostanzialmente da questo. Puoi selezionare notizie fresche o tutorial a seconda dei casi e del tipo di attività che svolgi, articoli di blog, podcast, ma anche post presi da Twitter o video caricati su YouTube.
In qualunque forma il contenuto venga proposto, puoi presentarlo ai tuoi utenti rafforzato dalla presenza di altri contenuti simili rendendolo ancora più solido e al tempo stesso innescando un meccanismo virtuoso per cui si produce un vantaggio per te che aggreghi e rendi più accessibili risorse su un certo argomento, ma anche per i singoli autori dei contenuti che hai scelto di condividere.
Non a caso
la content curation è tra le strategie più utilizzate da professionisti e aziende per far crescere il proprio brand attraverso lo sviluppo di una solida rete di relazioni.
Verifica dei contenuti
Il passaggio di verifica delle fonti è fondamentale, perché col passar del tempo ti permette a tua volta di essere percepito come una fonte attendibile pur non avendo mai pubblicato nulla di tuo, ma solo perché sarai stato capace di mettere insieme contenuti di valore ed “esatti” rispetto alle informazioni trasferite.
A conti fatti un lavoro simile perpetrato con frequenza non è affatto meno oneroso che produrre contenuti originali, anzi, in alcuni casi lo sarà di più perché dovrai sbattere la testa per verificare che tutte le informazioni prodotte da terzi - finanche le singole espressioni - siano esatte e non fuorvianti. Potresti essere “costretto” a studiare argomenti che non sono direttamente legati al tuo lavoro e che magari non avresti mai immaginato di voler conoscere.
Presentazione dei contenuti
Una volta eseguiti i primi due passaggi, i contenuti raccolti e verificati andranno presentati al tuo pubblico. A tale scopo esistono davvero mille strade da seguire, dunque per praticità proveremo a proporti alcune strategie di condivisione che ci sembrano valide:
- Newsletter: puoi inviare alla tua lista di indirizzi un messaggio che contiene i link alle risorse più interessanti raccolte durante un intervallo di tempo preciso. La stessa newsletter può contenere link al tuo sito web, magari a pagine business in particolare.
- Community: puoi scegliere una piazza tematica come un gruppo su Facebook o LinkedIn per proporre un post in cui menzionare una lista di contenuti pertinenti e validi. Nel primo commento - o nello stesso post - puoi aggiungere un link alla pagina del tuo blog che contiene i link a ciascuna risorsa.
- Sponsorizzazione: come sopra, solo che il post non viene condiviso in una community, ma direttamente al tuo pubblico di riferimento mediante una sponsorizzazione sui social.
Spesso si punta a portare gli utenti sul proprio blog personale o aziendale, ma non è detto che sia sempre una buona idea, anzi, talvolta si risulta più credibili investendo soldi in una sponsorizzata che non ha finalità di “catturare” indirizzi email, né far visitare a tutti i costi le pagine di un sito web aziendale. Sono investimenti in visibilità che a patto di essere replicati nei modi e nei tempi opportuni possono generare il più alto dei riconoscimenti, la fiducia.
Conclusioni
Quali sono i migliori tool per fare content curation?
Diccelo tu! Questo può essere il primo esercizio per capire davvero come diventare un bravo curatore di contenuti. Apri Google e cerca semplicemente “content curation tool”.
Troverai decine di contenuti che listano software di ogni tipologia, caratura e prezzo. Se vuoi davvero capire cosa significa fare content curation, inizia da qui, esaminando le prime quattro pagine di Google web search alla ricerca dei migliori tool per fare content curation. Dei migliori, sul serio.
Produci poi a tua volta un post descrivendoli davvero per averli provati e non limitandoti a scopiazzare le descrizioni che trovi già pubblicate altrove. Aggiungi le tue considerazioni e i tuoi motivi per utilizzarli oppure no.
Gli utenti sapranno coglierne il valore.