Il concetto di cloud sembra astratto e richiama alla mente un’entità non ben definita, della quale non si conosce l’estensione. Eppure il
cloud “abita” in luoghi fisici, è composto da macchine che trattano ed elaborano miliardi di informazioni nell’arco di pochi istanti e che comunicano attraverso tutto il mondo, costantemente.
I
cuori pulsanti della rete globale sono i
data center, centri di controllo modernissimi che si estendono per migliaia di metri quadri di superficie e ospitano centinaia e centinaia di server.
L’
Europa ospita alcuni tra i data center più grandi al mondo. Centri di riferimento per quantità di dati conservati, capacità di calcolo e a cui si affidano dalle multinazionali ai piccoli imprenditori.
Vista la quantità di servizi e il numero di fattori da prendere in considerazione, di solito i data center vengono classificati per dimensione. Calcolare la capacità computazionale è quasi impossibile se non in relazione alla quantità di macchine ospitate e – di conseguenza – all’estensione in metri quadri dedicati ai server.
Quali sono quindi gli standard su cui valutare un data center?
Le variabili sono moltissime, ma tra le principali troviamo sicuramente:
- l’estensione in superficie occupata, senza limitarci ai soli ambienti dedicati alle macchine ma prendendo in considerazione l’intera struttura, gli uffici e i centri di ricerca e sviluppo associati;
- il Rating di sicurezza secondo standard condivisi di certificazione (come l’ANSI/TIA-942, che indica la massima affidabilità in termini di uptime);
- l’impatto ambientale e l’utilizzo di energia rinnovabile e/o certificata e di sistemi di autogenerazione.
È possibile definire una “classifica” dei migliori data center europei?
Tra i data center in Europa contiamo eccellenze che non hanno nulla da invidiare alla realtà americana e cinese sebbene non ne raggiungano le dimensioni (basti pensare a “
The Citadel”, in Nevada, che si estende su quasi 700mila metri quadri). Alcuni di questi sono nomi conosciuti come
Facebook (Lulea, Svezia)
Microsoft (Dublino, Irlanda) e
Portugal Telecom (Covhila, Portogallo), mentre tra i provider di servizi troviamo colossi come
Next Generation Data (Newport, Galles) ed
Equinix (LD5, Londra, UK) e una realtà tutta italiana, il
Global Cloud Data Center di Aruba IT3 (Ponte San Pietro, Bergamo).
Ognuno di essi presenta caratteristiche diverse, pur condividendo un’anima comune: si estendono su decine di migliaia di m² di superficie e concentrano il massimo della tecnologia attualmente disponibile in Europa in termini di sicurezza, efficienza energetica e connettività.
Lo stato dell’arte dei data center in Italia
I numeri del più grande e moderno data center d’Italia sono impressionanti: il campus tecnologico si estende per
200mila m², di cui 90mila destinati a spazio tecnico certificato Rating 4 (il massimo ottenibile ANSI/TIA 942-A). Alla continuità di servizio, che nel 2017 ha raggiunto il 100% di uptime, si aggiunge un’elevatissima sicurezza sotto il profilo sismico e idrogeologico: il Data Center è infatti costruito in una zona rialzata, non esondabile e a bassa sismicità, alimentato da energia rinnovabile certificata GO (Garanzia di Origine) e raffreddato grazie al cooling ad acqua di falda ridondato.
Con simili caratteristiche, il Global Cloud Data Center ha tutte le carte in regola per essere considerato tra i migliori data center presenti in Europa per dimensioni, capacità di servizio, innovazione tecnologica e green energy; un fiore all’occhiello che fa parte di una rete all’avanguardia sull’intero territorio italiano e che – con la recente progettazione del futuro
Hyper Cloud Data Center in costruzione a
Roma – è proiettata verso standard di servizio sempre più alti che ridefiniranno il futuro del cloud in Europa.