Negli ultimi dieci anni il cloud computing è stato sinonimo di innovazione, agilità e scalabilità. Le imprese italiane ed europee hanno accelerato l’adozione di servizi cloud pubblici per modernizzare applicazioni, migliorare l’efficienza operativa e rendere più veloce l’accesso a nuove tecnologie. Tuttavia, il percorso non è stato lineare. Con la crescita dell’utilizzo sono emerse nuove esigenze e sfide: maggiore controllo, trasparenza nei costi, compliance normativa, performance garantite.
È in questo contesto che si afferma un fenomeno sempre più evidente: la
repatriation. Dopo anni di forte spinta verso il full public cloud, molte organizzazioni stanno riportando parte dei loro workload in ambienti locali o ibridi. Non si tratta di un ritorno al passato ma dell’evoluzione naturale di una strategia cloud che diventa più matura, consapevole e sostenibile.
I trend del mercato
Secondo uno studio di Gartner, entro il 2028 oltre il 60% delle aziende accelererà la migrazione verso il cloud, ma almeno la metà delle applicazioni critiche non risiederà in piattaforme pubbliche centralizzate. Anche in Italia, i dati confermano un percorso non lineare: il mercato cloud cresce a doppia cifra, ma con un incremento marcato delle soluzioni ibride e dei modelli locali.
Le ragioni sono molteplici: non sempre il cloud pubblico è il luogo più efficiente o conveniente per eseguire determinati workload. Alcune applicazioni richiedono performance e compatibilità che il cloud pubblico non può garantire. Altre volte sono i requisiti normativi a imporre maggiore localizzazione e controllo. La repatriation nasce quindi da un’esigenza concreta: ottimizzare la strategia cloud, scegliendo il modello giusto per ogni esigenza.
Le motivazioni della repatriation
Le aziende che rivedono le proprie strategie di adozione cloud lo fanno per motivi ben precisi:
- Compliance e normative: GDPR, NIS2 e DORA richiedono una gestione più rigorosa dei dati, con criteri di localizzazione, tracciabilità e sicurezza. Per molti settori regolamentati (PA, finanza, healthcare) questo significa che i dati devono essere chiaramente localizzati.
- Controllo e prevedibilità dei costi: i modelli pay-per-use del cloud pubblico, se non governati, possono generare spese inattese e difficili da prevedere. Il tema della gestione dei costi e il FinOps sono oggi una priorità per i CIO, che chiedono modelli tariffari chiari e sostenibili.
- Performance e sovranità del dato: workload critici richiedono bassa latenza, continuità operativa e isolamento. Avere risorse dedicate e data center di prossimità garantisce maggiore affidabilità e performance costanti.
- Applicazioni legacy: non tutte le applicazioni sono state progettate per il cloud pubblico. La repatriation permette di collocare questi workload in ambienti locali sicuri, garantendo al contempo un percorso graduale verso il cloud-native.
La risposta di Aruba Cloud con Azure Local
In questo scenario, la collaborazione tra Aruba e Microsoft rappresenta una risposta concreta alle nuove esigenze delle imprese.
Azure Local on Aruba Cloud porta la potenza e la familiarità dell’ecosistema Microsoft Azure all’interno dei data center Aruba certificati Raiting 4 in Italia.
La soluzione è concepita per offrire il meglio dei due mondi:
- Esperienza Azure nativa grazie all’integrazione con Azure Arc e alla gestione da portale Azure, con policy e strumenti familiari ai team IT.
- Infrastruttura dedicata su hardware validato, single-tenant e localizzato in Italia, a supporto della conformità per le normative europee più stringenti.
- Flat pricing trasparente: nessun costo nascosto, nessuna variabilità legata al traffico o al consumo, governance semplificata.
- Architettura iperconvergente e scalabile: compute, storage e networking integrati per supportare workload moderni e legacy, VDI, container e microservizi, sulla base di uno stack software enterprise grade. Èpensata per garantire adattabilità alla modernizzazione progressiva, supportando scenari di lift & shift, refactoring e rebuild. In questo modo è possibile evolvere le applicazioni gradualmente, riducendo rischi e costi, senza vincolare la roadmap tecnologica.
Rispetto a un cloud pubblico puro, Azure Local on Aruba Cloud garantisce sovranità, performance dedicate e la sicurezza di un’infrastruttura gestita in Italia, senza rinunciare alla familiarità degli strumenti Azure.
Conclusione
Il cloud oggi si esprime in molte forme: pubblico, privato e ibrido, a seconda delle esigenze specifiche di performance, governance e compliance. La
repatriation non è un ritorno al passato, bensì una scelta evolutiva che consente alle aziende di bilanciare innovazione e controllo, costruendo strategie cloud più solide e sostenibili.
Con Azure Local on Aruba Cloud, le imprese italiane ed europee possono beneficiare della potenza di Azure con la sicurezza e il controllo garantiti dall’infrastruttura Aruba.
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