Una delle più importanti conseguenze della corsa all’informatizzazione dei processi e della trasformazione digitale è proprio la gestione della privacy.
Restituire alle persone la capacità di disporre dei dati che li riguardano e garantire la sicurezza e il diritto all’oblio è un’esigenza sempre più sentita in una società dove i confini tra identità digitale e identità fisica sfumano fino a fondersi.
I recenti casi di violazione della privacy hanno messo in luce evidenti mancanze nella gestione dei dati personali dell’utenza e attirato l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul problema: scandali come il caso Cambridge Analytica dimostrano avere un impatto reale sulle vite di tutti e sull’andamento dei mercati.
Il GDPR (General Data Protection Regulation), entrato in vigore lo scorso 25 maggio è di fatto un epocale provvedimento organico che mira a tutelare la privacy di tutti, armonizzando normative e direttive diverse a livello europeo e imponendo a tutti regole chiare per il trattamento e la conservazione dei dati sensibili.
CISPE – In cloud we trust.
L’importanza e la necessità di proteggere adeguatamente i dati dell’utenza, tuttavia, è un’esigenza che diverse associazioni e organizzazioni di service provider cercano di anticipare da tempo: il lavoro della Commissione Europea in termini di protezione della privacy è solo un ulteriore, fondamentale capitolo verso un mercato europeo più sicuro e trasparente per tutti.
Il CISPE (Cloud Infrastructure Service Providers in Europe), di cui Aruba è socio fondatore, si fa promotore di una cultura della privacy che precede di oltre un anno l’entrata in vigore del GDPR e ne condivide l’obiettivo principale attraverso un Codice di Condotta (CoC) specifico che facilita e favorisce l’adesione alle nuove regolamentazioni e permette ai cittadini di riprendere il controllo sui propri dati personali.
Va da sé che quei servizi che osservano e rientrano nei criteri stabiliti dal CoC del CISPE siano identificabili come CISPE Service-declared, in grado di garantire conformità alla legislazione vigente attraverso una severa politica di conservazione dei dati all’interno di data center localizzati entro i confini dell’Unione Europea.
Verso un cloud aperto, trasparente e in crescita costante.
Per il Cloud, iniziative come CISPE non rappresentano solo una presa di posizione etica, ma anche una possibilità di crescita per tutto il mercato. Servizi sempre più complessi e completi rappresentano il futuro della tecnologia dell’informazione, ma richiedono allo stesso tempo confronto e dialogo tra tutti i soggetti coinvolti, soprattutto quando si ha a che fare con contesti tecnologici in continua evoluzione. Sempre nell’ottica di garantire la massima libertà di mercato e standard qualitativi d’eccellenza, è necessario ripensare alla natura più profonda del settore ed elaborare una framework condiviso, che assicuri l’apertura e l’interoperatività del cloud per evitare rischi come il data lock-in, ovvero la difficoltà (o addirittura l’impossibilità) da parte di un’azienda di cambiare fornitore.
Realtà come la Open Cloud Foundation mirano a tutelare il cloud aperto in un futuro che si muove con velocità verso l’Everything as a Service e ad evitare l’imposizione di standard proprietari che impoverirebbero l’offerta e frenerebbero la crescita e lo sviluppo tecnologico.
Aruba, in qualità di big player tra i provider europei, non può che sostenere realtà come CISPE e OCF che sponsorizzano una migliore cultura e una sempre maggiore consapevolezza della tecnologia dell’informazione, per un cloud al servizio di tutti