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Il cloud guida la Digital Transformation delle imprese

05/08/2019
Cloud e competenze
PMI
La trasformazione digitale delle imprese passa necessariamente dal cloud, le realtà professionali possono beneficiare di scalabilità e sicurezza: come?

L’approccio “cloud first” sta progressivamente contaminando tutte le realtà professionali, finanche gli ambienti più conservativi e le imprese più piccole. Come ha evidenziato Gartner, entro il 2020, il 90% delle organizzazioni adotterà servizi di infrastruttura basati sul cloud ibrido. (Se vuoi approfondire la tematica relativa al Cloud First, leggi questo articolo )

Nonostante questo, la migrazione e l’integrazione di questo tipo di piattaforme rappresentano nodi cruciali per le attività di business delle PMI e del mondo enterprise. Diventa perciò fondamentale affidarsi a un provider affidabile e solido.
Diversamente, scegliere il “cloud giusto” potrebbe rivelarsi difficile, soprattutto se non si posseggono le giuste conoscenze, dato che non esiste una specifica soluzione preconfezionata che possa andare bene al 100% rispetto alle necessità d’impresa. Se infatti il cloud offre scalabilità e possibilità di personalizzazione del servizio, è importante considerare attentamente numerosi altri fattori, come i costi d’esercizio e il grado di sicurezza offerto.
In questo caso è opportuno poter contare su un partner e un consulente di fiducia, esperti in grado di consigliare al meglio, profondi conoscitori di infrastrutture e progettisti qualificati capaci di sviluppare soluzioni tailor made.

Secondo l’Osservatorio sulla Cloud Transformation della School of Management del PoliMI, la piattaforma cloud, in ogni sua accezione possibile, interessa sempre di più i professionisti e il business, sia in Italia, sia nel resto del mondo. Si è passati da un fenomeno di tendenza, spesso poco compreso, a una architettura articolata e in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze.

Come affrontare la cloud transformation in sicurezza?

L'ambiente IT all’interno delle aziende sta cambiando rapidamente e, di conseguenza, i CIO devono affrontare una serie di importanti sfide. La trasformazione del cloud ha ribaltato quello che un tempo era un ecosistema prevedibile e strettamente controllato.
In questo contesto, i Chief Information Officer hanno un importante compito da svolgere: cercare, riconoscere e adottare le tecnologie che consentono di semplificare le operazioni aziendali e di mantenere l'azienda competitiva, risparmiando al contempo notevoli quantità di tempo e denaro.

In un ideale percorso di Cloud Transformation i CIO e i team IT devono affinare le attività di collaborazione, un particolare che sembra essere stato recepito. 
Taglio dei costi e incremento delle performance non devono trovarsi obbligatoriamente agli estremi opposti di una medesima direttrice; questo proprio grazie al cloud. In questo momento, la migrazione delle App verso cloud provider pubblici permette di beneficiare di miglioramenti in termini di accessibilità, produttività aziendale, flessibilità ed efficacia dei costi; il tutto in un modo relativamente semplice ed efficace, anche in termini di prestazioni e sicurezza.

Tuttavia, non è tutto così semplice, serve un approccio Internet-first: la rapida proliferazione di servizi cloud e applicazioni SaaS sta portando tutte le aziende a ripensare il loro approccio tradizionale alla sicurezza Web. Il passaggio al cloud richiede sempre più ai CIO di creare connessioni sicure e dirette a Internet. Per questo, stanno adottando reti WAN software-defined per favorire la semplicità della rete e ridurre i costi.
Le reti SD-WAN permettono di semplificare le modalità con le quali il traffico viene instradato nella filiale, il che rende facile stabilire breakout locali su Internet. Le policy software-defined vengono utilizzate per scegliere il miglior percorso per instradare il traffico che collega la filiale a Internet, applicazioni cloud e data center. Definendo le policy per tutte le filiali, le aziende possono distribuire facilmente nuovi servizi e applicazioni e gestire le policy da diverse postazioni.
I CIO devono assicurarsi di essere in grado di dare la priorità ad applicazioni critiche, come per esempio Office 365, e di avere la possibilità di sfruttare più tipi di connessioni, per rendere più fluida l’esperienza utente.

Cloud, quali competenze servono?

La scelta dei parametri tecnologici è rilevante anche nel mondo cloud, ma esistono ulteriori criteri da valutare per assicurare l’uso efficace e l’espansione di questa piattaforma. Non si parla unicamente di elementi tecnologici: servono infatti nuove pratiche di gestione dell’IT e del portafoglio applicativo, ma anche competenze tecniche per la gestione di singoli domini cloud e “soft skills” per interfacciarsi con la Direzione.
I manager che hanno a che fare con il cloud devono perciò saper governare le architetture in uso, al fine di ottimizzare le risorse e, conseguentemente, i costi. Serve inoltre un occhio attento in termini di gestione progettuale, un aspetto che impatta direttamente sulla selezione del cloud provider adeguato, sulla gestione dei contratti con i differenti fornitori e sulla pianificazione dei budget a disposizione.

Per una Cloud Transformation di successo, le imprese dovranno dotarsi di figure specifiche, oltre a far crescere quelle già in forze ai team IT. 
Il Cloud Specialist assicura una migrazione efficace alle moderne piattaforme cloud, questo grazie alle specifiche conoscenze delle tecnologie disponibili e alla capacità di “leggere” in profondità le esigenze dell’impresa.
Grazie al Cloud Architect, l’intera infrastruttura cloud sarà allineata a quella aziendale, secondo una logica ben definita per la Cloud Adoption. Al suo fianco si trovano i Cloud Systems Engineer, capaci di supportare l’evoluzione dei sistemi con il cloud e di lavorare con sviluppatori e product manager al fine di creare e gestire servizi scalabili.
La gestione delle operations e lo sviluppo fluido delle nuove App saranno rispettivamente responsabilità diretta del Cloud Operations Administrator e del Cloud Native DevOps Engineer.

Le figure appena descritte sono sempre più richieste, man mano che “la nuvola” entra in azienda. Per una gestione end-to-end delle politiche cloud e per poter orchestrare in modo autorevole tutte queste attività, si stanno creando specifici centri di competenza dedicati al cloud all’interno delle aziende. Anche in questo caso, la strada da fare è ancora molta, considerando che solo l’8% delle imprese interpellate nel corso dell’osservatorio del PoliMI ha affermato di avere un centro ad hoc. Interessante notare come il 13% preveda di istituirlo e il 43% disponga comunque di singoli esperti di riferimento.

La mancanza di competenze adeguate costituisce un freno nello sviluppo tecnologico: questo vale lato IT e certamente anche in un’ottica di adozione e diffusione del cloud. Lo skill shortage è un fenomeno sempre più evidente e percepito a tutti i livelli, sia nel mondo enterprise, sia tra le PMI.
Proprio per questo è importante affidarsi ai partner giusti: anche una piccola realtà può migliorare e rendere più veloce e sicuro il proprio business. Grazie a solide basi e a datacenter scalabili e distribuiti sul territorio, il cloud provider è in grado di progettare, sviluppare, costruire e mantenere architetture cloud, anche complesse.
In questo modo, il cloud può realmente diventare l’abilitatore per un IT più fluido, per l’introduzione e l’uso di processi, metodologie e strumenti di nuova concezione, indispensabili per la vera Cloud Transformation.


 
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