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La fattura elettronica funziona: lo dicono i dati

23/12/2021
La fattura elettronica funziona: lo dicono i dati
PMIPrivatiProfessionistiPubblica Amministrazione
L’e-fattura obbligatoria in Italia sta per compiere il suo terzo compleanno e, a dispetto di una certa diffidenza iniziale, sta funzionando. A dirlo sono i dati statistici ministeriali così come uno degli osservatori più prestigiosi dedicati al tema, quello del Politecnico di Milano. Ma quale fotografia emerge dall’analisi di questi trend? Quali sono i settori che se ne sono maggiormente avvantaggiati?

La fatturazione elettronica, a oggi obbligatoria per tutti i titolari di partita IVA ad eccezione di quelli in regime dei minimi e in regime forfettario e dei piccoli produttori agricoli, è partita il 1° gennaio 2019.

Introdotta con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, la fatturazione elettronica ha rappresentato un passaggio cruciale nella digitalizzazione del lavoro nel nostro Paese. Oggi è diventata ormai un’abitudine che non fa più storcere il naso, ma come tante novità in una prima battuta molti liberi professionisti, forse annebbiati dall’idea dell’obbligo, non sono riusciti a coglierne immediatamente i vantaggi, primo fra tutti la digitalizzazione dei processi amministrativi. Nonostante una prima fase di avvio piena di dubbi, ad attestare che l’obbligo di fatturazione elettronica ha effettivamente prodotto dei benefici ci hanno pensato i numeri.

A parte la riduzione dei costi di gestione, la velocità della registrazione delle fatture, e l’addio alla carta, con un vantaggio importante per l’ambiente, sono infatti i dati ufficiali più aggiornati e istituzionali a disposizione- quelli del MEF e dell’Osservatorio sulla Fatturazione Elettronica del Politecnico di Milano - a delineare una situazione evidente: la fatturazione elettronica sta funzionando.

La fotografia scattata da MEF e Osservatorio del Politecnico di Milano

Nel primo semestre del 2021 l’imponibile IVA rilevato tramite la fatturazione elettronica è cresciuto complessivamente del 21,3% rispetto allo stesso periodo del 2020.

È la fotografia scattata dal Report del Dipartimento delle Finanze, con aggiornamento a giugno 2021, analizzando i dati della fatturazione elettronica.

Che la fatturazione elettronica abbia superato brillantemente la crisi pandemica lo conferma anche l’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo il rapporto, infatti, nonostante la situazione d’emergenza, le fatture elettroniche scambiate sono state 2 miliardi con una lieve flessione del 4% rispetto all’anno precedente, quello pre-Covid. Il sistema dunque funziona, in particolare per le persone fisiche. Come riporta il MEF, l’incremento più significativo è stato per i liberi professionisti (+24,1%), anche se quello delle persone non fisiche (+21,2%) non si distacca di molto.

Differenze regionali: fatturazione più comune al Nord

Nel periodo preso in esame dal MEF, le crescite maggiori si sono registrate in Lombardia che ha segnato un incremento di imponibile pari al 21,1%, incidendo con un +6,7% sulla crescita totale. I dati del Politecnico rimarcano un uso più comune a Nord con il 43% delle fatture valide, con Lombardia e Lazio ai primi due posti, rispettivamente con il 36% e il 21% delle fatture trasmesse a livello nazionale.

Differenze per settori: in crescita il commercio, male la ristorazione

Chi, contando il totale delle fatture emesse nel 2020, si aggiudica lo scettro di settore economico con maggiori aumenti percentuali di imponibile? Secondo il Politecnico il commercio all’ingrosso e al dettaglio è al primo posto con il 27,7% del totale delle fatture nel 2020, anche se nel 2019 aveva registrato il 27,8%. Seguono, in seconda posizione, le utility al 18,6% nel 2020 contro il 18,4% dell’anno precedente. A crescere sono poi le costruzioni (+5%), la pubblica amministrazione (+4%) e le attività manifatturiere (+3%).

I settori che hanno subito un arresto sono quelli che più di altri hanno dovuto fare i conti con le restrizioni dovute alla pandemia: le attività di alloggio e ristorazione hanno risentito di una caduta del - 40%; quelle finanziarie e assicurative hanno visto un calo del 35% e i servizi di noleggio, di supporto alle imprese e le agenzie di viaggio del -19%.

Tra i servizi che hanno subito le perdite più pesanti, il MEF inserisce anche le Organizzazioni e gli organismi extraterritoriali (-91,1%) e le attività legate alle famiglie e alle convivenze, un calderone che comprende datori di lavoro per personale domestico e le organizzazioni condominiali, che hanno registrato in totale un calo del 47,3%.


A cura di Wolters Kluwer


 
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