ChatGPT (
Generative Pretrained Transformer) è uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale (
NLP, Natural Language Processing), che sfrutta algoritmi avanzati di
apprendimento automatico (
machine learning)
per generare contenuti testuali e risposte simili a quelli che potrebbe produrre un
essere umano.
È potentissimo, ma la sua forza dev’essere
preparata e controllata in modo adeguato, soprattutto se l’obiettivo è creare articoli, post sui social media o quant’altro, che possano essere letti esattamente (o quasi) come se fossero stati
scritti da una persona in carne e ossa. Affinché ciò avvenga,
ChatGPT ha bisogno di essere addestrato, guidato e istruito nel modo giusto, con un processo ben definito che non deve lasciare nulla di intentato.
Preparare il terreno
Il primo
step consiste, letteralmente, nel
preparare il terreno dell’LLM (Large Language Model), l’algoritmo di
deep learning capace di riconoscere contenuti, generarli, riassumerli, tradurli e, per certi versi, perfino prevederli.
Tutto questo è possibile perché tali modelli sono progettati per
fare ricorso, autonomamente, a enormi moli di dati, le quali dovranno poi essere filtrate dall’intervento umano al fine di essere
personalizzate con tecniche di fine tuning affinché capiscano qual è il corretto
contesto linguistico di riferimento.
Lo stesso principio è alla base di quello che occorre per far capire al sistema di IA sottoposto ad addestramento qual è
lo stile di scrittura e, più in generale,
l’obiettivo di contenuto che si vuole ottenere con il suo aiuto.
L’oggetto con il quale si opera in tutte le fasi di questo allenamento è il
prompt, cioè
l'azione di input che si fornisce in modalità testuale allo strumento di intelligenza artificiale per ottenere una risposta o per fornirgli le indicazioni su come renderla migliore.
Un
prompting sbagliato porterà a risultati sbagliati, un prompting realizzato a regola d’arte arriverà a creare contenuti di una verosimiglianza tale da lasciare esterrefatti.
I primi prompt operativi
Lo
step preliminare consiste nel digitare nell’area di testo di ChatGPT un messaggio in linguaggio naturale cui, gli si introdurrà il tema, cioè la richiesta di aiuto per
creare articoli al suo posto, annunciandogli che verrà inserita una serie di esempi di propri contenuti, dai quali potrà cogliere gli elementi che gli serviranno per imparare a come replicarli.
Una volta ottenuto il via libera da ChatGPT, andrà
copiato e incollato il primo testo nella casella di input. È consigliabile selezionare un lavoro che
rappresenti bene il modo in cui si scrive abitualmente, compresa la lunghezza delle frasi, il vocabolario, il tono di voce e il formato.
Il numero giusto di esempi da inserire sono tre, possibilmente tutti con caratteristiche simili, e di almeno un
migliaio di parole ciascuno, su argomenti diversi ma all’interno della nicchia di contenuto in cui si opera.
Una volta inviato l'ultimo esempio, e dopo aver digitato un messaggio di fine operazione,
ChatGPT sarà pronta per la prossima fase dell’addestramento al termine del quale diventerà il
ghost writer perfetto.
A questo punto, il programma è entrato in possesso di tutti gli elementi che gli servivano per conoscere e replicare lo stile del suo addestratore, che potrà, quindi, procedere con il comunicargli ciò che egli vuole che scriva per suo conto.
Le informazioni sul contesto e sullo stile di scrittura
Di conseguenza, il prompt successivo dovrà essere quello dedicato a fornire al sistema IA
il contesto e le istruzioni chiare su ciò che ci si aspetta che produca.
Come sempre, quando si apre un nuovo prompt, è buona norma esordire con un “grazie” (proprio così, diversi studi dimostrano che mostrarsi gentili dà risultati migliori nel tempo), dopodiché si potrà procedere con la
spiegazione del tipo di output che il sistema dovrebbe produrre al posto dell’autore in carne e ossa, sia esso un post, un tweet, una lettera, approfondendo l’argomento all’interno della solita porzione dedicata all’input.
Dopo aver fornito il contesto, sarà il momento di fare riferimento allo
stile di scrittura (giornalistico, letterario, formale, colloquiale, eccetera) che si intende applicare al testo che verrà, indicando l’argomento e includendo tutte le informazioni (date, fatti salienti, personaggi) che
ChatGPT dovrà conoscere.
Il momento della revisione
Nella stragrande maggioranza delle volte, la
bozza che verrà consegnata dall’applicazione di IA corrisponderà soltanto parzialmente a ciò che ci si attendeva. Pertanto, la fase successiva di prompting dovrà concentrarsi maggiormente sugli elementi di dettaglio con la quale potrà essere
perfezionata, a partire dai punti in cui risulta più distante da ciò che si voleva, ed entrando, via via, sempre più nello specifico, fino a dare indicazioni estremamente precise.
Un modo molto efficace per
addestrare al meglio ChatGPT è accompagnare la richiesta di cambiamento con gli elementi del testo consegnato che non sono soddisfacenti, ripetendoli nel prompt e
spiegando come e dove non corrispondono, così come si rivelerà utile dedicare anche una o più sessioni dell’input di addestramento alla spiegazione di ciò che invece risulta ben centrato.
Stabilire quanti passaggi siano necessari per ritenersi soddisfatti del risultato è piuttosto difficile, poiché la gamma delle variabili in gioco è molto ampia, ma gli algoritmi che stanno alle spalle di
ChatGPT sono programmati per accogliere - e fare tesoro - di una quantità di richieste che, virtualmente, può arrivare all’infinito.