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La pubblicità inarrestabile sta arrivando su Instagram?

10/10/2024
La pubblicità inarrestabile sta arrivando su Instagram?
PMIPrivatiProfessionisti

La risposta è... probabilmente. In giugno la popolare piattaforma di condivisione d'immagini ha confermato di star testando le unskippable ads.

Unskippable ads, letteralmente "pubblicità che non è possibile saltare": se guardi spesso video su YouTube allora sai già di cosa si sta parlando. Già da tempo, infatti, la storica piattaforma di condivisione video ha implementato alcune tipologie di annunci pubblicitari che la cui visione non può essere evitata dagli utenti che sono perciò costretti a guardarli prima o durante un video.

La stessa feature potrebbe arrivare presto anche su un'altra amatissima piattaforma social dedicata alla condivisione di immagini e video: Instagram.

Nel corso del mese di giugno, infatti, così riporta TechCrunch, un popolare sito d'informazione tecnologia americano, un utente di nome Dan Levy ha postato su X uno screenshot preso dall'app di Instagram.

L'immagine mostra chiaramente, nella parte bassa di quella che è chiaramente riconoscibile come l'interfaccia dell'app di Instagram, un bottone con all'interno un piccolo contatore rotondo e la scritta Ad break (pausa pubblicitaria). Nella didascalia Levy specifica che l'app gli ha impedito di continuare a scrollare il feed delle notizie, forzandolo a guardare una pubblicità per un breve periodo di tempo predeterminato.

Intervistato in merito dalla giornalista Sarah Perez, un portavoce di Meta, la multinazionale di cui Instagram fa parte, ha dichiarato al portale americano che la piattaforma testa di continuo formati che possano portare valore ai propri inserzionisti e analizza con cura i risultati di tali test. Se questi test dovessero poi risultare in un aggiornamento del prodotto, questo sarebbe annunciato prima di implementare in modo formale qualsiasi cambiamento alla piattaforma.

Parole che non confermano la certa implementazione delle unskippable ads ma, allo stesso tempo, non la smentiscono. La pubblicità, infatti, è una delle grandi questioni irrisolte per le piattaforme digitali e social.

Perché è importante la pubblicità su Instagram

Nel corso della loro storia, Google, Facebook, Twitter (ora X), Instagram, YouTube, TikTok e molte altre piattaforme hanno costruito la loro base di utenti offrendo loro gratuitamente i propri servizi. Questo ha permesso loro di crescere molto rapidamente, diventando nel giro di pochi anni (o mesi, settimane, giorni) estremamente diffuse e popolari.

Nelle prime fasi di vita di una piattaforma digitale, questa strategia è possibile grazie ai considerevoli afflussi di capitale di cui godono le aziende start up, resi possibili dai meccanismi di finanziamento che caratterizzano l'ecosistema dell'innovazione.

Tuttavia, più un'azienda cresce e diventa più popolare e più le è richiesto di elaborare e affinare un modello di business in grado di renderla finanziariamente autonoma, ripagando gli investitori dell'investimento fatto.

Per poter mantenere la gratuità che le ha caratterizzate fin dai loro albori e, di conseguenza, anche le loro basi di utenti, le principali piattaforme si sono orientate verso modelli di business che hanno reso al centro della loro attenzione la vendita di inserzioni pubblicitarie.

Le piattaforme infatti non dispongono soltanto di enormi basi di utenti ma anche dei loro dati. Questa combinazione rappresenta un enorme potenziale per i brand e le aziende interessate a promuoversi e promuovere i loro prodotti.

Per sfruttare questo potenziale le piattaforme mettono loro a disposizione dei software in grado di selezionare con cura gli utenti a cui mostrare un annuncio pubblicitario, scegliendoli in base alle loro caratteristiche demografiche, alla loro geolocalizzazione, agli interessi che esprimono interagendo con i contenuti delle piattaforme stesse e ai comportamenti che essi adottano quando le abitano.

Come funziona la pubblicità targhettizzata su Instagram

Si tratta della cosiddetta "pubblicità targhettizzata" che, da utenti, abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni. Una forma di pubblicità che può facilmente diventare molto invasiva e fastidiosa e che, proprio per questo motivo, gli utenti tendono a evitare con soluzioni tecnologiche o grazie all'attivazione di meccanismi cognitivi inconsci.

Quella tra utenti, inserzionisti e piattaforme è una sorta di gioco dell'acchiapparella in cui i secondi e le terze sono costantemente alla ricerca di modi per catturare l'attenzione dei primi che provano però in tutti i modi a sottrarsi al loro zelo e impegno.

Ciò che il test svolto da Instagram dimostra è che, senza ombra di dubbio, la pubblicità, soprattutto se la sua fruizione diventa coatta, non piace agli utenti e li infastidisce. A loro volta però, gli utenti non sembrano molto disposti a voler pagare per i servizi offerti dalle piattaforme, le quali hanno dunque la necessità di trovare altri modi per monetizzare la loro attività come, appunto, la pubblicità targhettizzata, a cui gli inserzionisti non vogliono rinunciare a causa la sua efficacia.

Un circolo vizioso difficilissimo da sciogliere e che continuerà a caratterizzare la nostra relazione con le piattaforme e i servizi che esse ci offrono e a cui non siamo disposti a rinunciare.



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