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Come e perché convertire il tuo sito da HTML a WordPress

21/11/2022
convertire sito da HTML a Wordpress
PartnerPrivatiProfessionisti
Quando il web ebbe inizio, l’unico modo per realizzare un sito era possedere una buona familiarità con il linguaggio HTML e armarsi di pazienza e abnegazione nello scrivere le righe di codice che ne definivano la struttura e i contenuti.

Da allora, a distanza di più di 30 anni, la conformazione del web è passata da una dimensione poco più che amatoriale a un vero e proprio universo ad alto tasso di professionalità, dove i siti sono oggetti molto complessi e capaci di offrire esperienze d’uso anche molto ricche e interattive.

Questa evoluzione la si deve in gran parte all’introduzione dei CMS (Content Management System) - cioè le piattaforme che consentono di dare vita a un prodotto web anche senza avere alcuna capacità di maneggiare il codice HTML - e dei loro omologhi site builder.

Parte di questo merito va riconosciuto soprattutto a lui: WordPress, che rappresenta oggi il sistema con il quale sono realizzati milioni di siti, oltre il 40 per cento del totale, con una quota del 65 per cento del mercato CMS nel suo complesso, e con una progressione di crescita e diffusione che oggi si assesta sui 500 nuovi siti che quotidianamente nascono sotto la sua insegna di sviluppo.
 
Dalle statistiche della sua presenza in Internet, risulta quindi che c’è circa un 60 per cento di siti non WordPress.
I quali, a loro volta, possono essere suddivisi in due macrocategorie, quelli che sono stati costruiti con altre piattaforme, ma soprattutto una miriade di siti costruiti “manualmente”, riga dopo riga, grazie all’utilizzo del codice HTML e dei suoi alleati CSS, i fogli di stile, deputati a gestire la struttura e l’estetica del sito. Per tutti questi ultimi, la possibilità di passare dalla staticità del codice alla dinamicità di un sistema più semplice, flessibile, versatile e graficamente più accattivante può rivelarsi molto interessante.

Si tratta, dunque, di un salto nella modernità piuttosto rilevante che, in primis, azzera - o quasi - i costi di sviluppo e di aggiornamento da addebitare a un programmatore o a un consulente, tagliando, al contempo anche i tempi di upgrade.

Senza contare che WordPress ha la “scalabilità” nel suo stesso DNA e, pertanto, l’aggiunta di nuove sezioni o elementi strutturali avviene in modo molto user-friendly, così come qualora dovesse verificarsi la necessità di introdurre nuove funzionalità, grazie alla presenza di una quantità infinita di plug-in e add-on si potrà procedere senza grosse difficoltà anche se non si è dei maghi del codice.

Anche l’ultimo grande vantaggio con il quale chiudiamo questo elenco di “pro” sul tema della migrazione dall’una all’altra modalità è connaturato alla filosofia di funzionamento del CMS più celebre del pianeta, il quale prevede una netta separazione tra contenuto e grafica, che permette di effettuare restyling estetici mantenendo intatta la parte contenutistica, cosa che, invece, in un sito tradizionale non è possibile fare.
 
Tre modi per passare dall' HTML statico a WordPress

La conversione manuale
Si tratta dell’opzione più tecnica del gruppo, che prevede di utilizzare il codice sorgente del sito HTML come punto di partenza per creare i file del tema WordPress.
Per chi possiede un’esperienza - quantomeno sufficiente - di programmazione HTML, CSS e PHP non sarà un’impresa così ostica, mentre per tutti gli altri è consigliabile orientarsi sulle altre due strade che descriviamo di seguito.

Riducendo ai minimi termini la descrizione della procedura da svolgere, la prima cosa da fare è creare una nuova cartella del tema, dopodiché, si potrà passare all'editor di codice e dare vita a una serie di file di testo.

Una volta realizzato, il tema dovrà essere corredato da una sua schermata, unitamente alle informazioni che riguardano l’intestazione del foglio di stile di WordPress creato in precedenza per contenere la copia del CSS del vecchio sito.

A questo punto, il nuovo tema potrà essere inserito in WordPress e sarà perfettamente funzionante, anche se privo di molte feature che, per essere attivate, richiederanno ulteriore lavoro, anche in questo caso non proprio alla portata di tutti.
 
Il tema “Child”
Per comprendere la natura e la dinamica di questa tipologia di conversione è necessario introdurre e spiegare il significato del cosiddetto tema Child, “figlio”, che cioè eredita tutte le funzionalità di un altro tema, denominato “genitore”, permettendo di modificarlo e arricchirlo.

Il trucco qui consiste nell’utilizzare come punto di partenza non il proprio sito da convertire, ma un tema WordPress già pronto, modificandone il design a immagine e somiglianza del sito originario.

Si tratta di un’opzione abbastanza semplice, nonché ragionevole sia in termini economici che di sforzo produttivo, poiché, di fatto, è limitata all’inserimento dei contenuti del vecchio sito nell’editor di WordPress.
 
Dopo la necessaria precisazione che i temi “figli” non sono autonomi, ma si limitano a modificare il tema genitore per adattarlo alle esigenze del caso, il primo passo consisterà nello scegliere il tema di riferimento più adatto su cui basare il proprio progetto dal catalogo di WordPress, e installarlo sul nuovo sito come con un qualsiasi altro tema.
Non è necessario attivarlo poiché in questa fase servirà soltanto per fornire una base su cui lavorare. Il resto avverrà nel tema figlio.

Come nel caso della conversione manuale è necessario creare una cartella del tema dove verranno inseriti tutti i file appartenenti al tema stesso e un foglio di stile.
 
Dopo aver terminato questi due passaggi sarà già possibile attivare il tema figlio, aggiungendo – anche qui - una schermata, dopodiché il nuovo sito avrà esattamente l'aspetto del suo genitore e se ne potrà modificare il design in modo tale che riprenda esattamente le fattezze del sito HTML originario.

L’utilizzo di un plugin
Se la decisione è quella di non abbandonare il design del sito HTML di partenza, le cose diventano ancora più semplici, poiché tutto ciò che va fatto è creare un sito, installare il tema e importare il contenuto HTML con una procedura tutto sommato rapida e poco impegnativa, che comincia con l’installazione del plugin di importazione caricando tutte le pagine sullo stesso server di installazione di WordPress, prosegue con il configurare la tag HTML che identifica il contenuto del sito, e svolgere la medesima procedura anche con il titolo, i metadati, gli eventuali campi personalizzati, le categorie, i tag specifici del contenuto, e gli strumenti.

A operazione conclusa, e dopo aver salvato le impostazioni, il pulsante Importa risulterà abilitato pronto per il clic di avvio e, e si potrà dare il via all’importazione di una directory o di un singolo file.

Qualora il nuovo sito WordPress sia stato creato nello stesso luogo in cui si trovava il sito HTML statico, occorrerà controllare gli URL dei post e delle pagine appena importati per assicurarsi che siano compatibili con i motori di ricerca, e implementare i reindirizzamenti dai vecchi URL a quelli nuovi per avere la certezza che la SEO funzioni nel modo corretto.


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