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WordPress, quali sono gli step da seguire per iniziare un blog, da “Hello World!” in poi

29/03/2024
Step da seguire per iniziare un blog
PMIPrivatiProfessionisti
Hello World! (Ciao Mondo) è una delle frasi più celebri nella storia dell’informatica moderna, poiché   è la risultante del primo programma scritto nel linguaggio C. Il suo unico scopo era quello di stampare a video la scritta per spiegare la sintassi basilare del linguaggio e, su questa falsariga, è diventato anche il testo del primo post di ogni nuovo sito creato con WordPress, la piattaforma di Content Management System più utilizzata al giorno d’oggi per dare vita nuove risorse sul web.
 
Molti tra quanti hanno visto sul monitor del proprio PC quelle due parole, con tutta probabilità, si stanno apprestando ad aprire un blog, con l’intento di condividere con il resto del mondo qualcosa di proprio.
 
Per loro, e per tutti quanti non abbiano ancora intrapreso l’iniziativa, ma hanno intenzione di farlo, questa panoramica percorrerà, in cinque step, tutto ciò che occorre fare per dare il via al proprio sbarco in Rete con un proprio weblog, il diario online nel quale pubblicare, più o meno quotidianamente, storie e opinioni su temi generali, o più o meno specifici.

Avviare un blog non è difficile o complicato. Non c’è bisogno di possedere particolari competenze tecniche o di investire alte somme di denaro. Vediamo come.

1. L’argomento
 
Per chi sta aprendo un blog con il fine di creare la presenza sul web di un'attività già esistente online, la scelta dell'argomento, ovviamente, è già stata fatta.
 
Quando, invece, all’inizio c’è soltanto la volontà di creare qualcosa, ma senza avere ancora un’idea di quale tema trattare sul blog, la prima cosa da fare è partire da ciò che è motivo di passione, di cui si ama leggere e parlare, di cui se ne sa abbastanza da volerne e poterne scrivere ogni giorno con entusiasmo.
 
Se l’argomento prescelto è ampio e generale, sarà relativamente semplice riuscire ad alimentarlo con continuità e raggiungere una audience molto ampia ma, per contro, ci si troverà in concorrenza diretta con molti altri blog e siti omologhi già affermati e noti. Una buona idea, quindi, potrebbe essere quella di specializzarsi e caratterizzare il prodotto su un topic verticale.

In tutti i casi, l’importante è partire, superare il trauma del foglio bianco e cominciare a produrre contenuti: per aggiustare il tiro si sarà in sempre tempo. Se poi, addirittura, ci si accorgerà che l’argomento non funziona, interrompere il tutto e aprire un altro blog non sarà certo un problema. Nella nuova avventura, ci si porterà dietro tutto il bagaglio di esperienza accumulato nella precedente.
 
2. Il nome di dominio

È il primo e inevitabile passaggio, quello che dà il vero e proprio “la” al processo di creazione della nuova presenza sul web. Stiamo parlando della scelta e della registrazione del nome di dominio, cioè l’indirizzo del sito che viene digitato nella barra delle Url del browser per accedere al suo contenuto.

Se non ci fosse il nome di dominio, per accedere alla risorsa web si dovrebbe conoscere e digitare il suo indirizzo IP, l'etichetta numerica assegnata a ogni web server su Internet.
 
I nomi di dominio sono costituiti da due parti, separate da un punto. La prima è costituita dal dominio di secondo livello (Second Level Domain, SLD), il nome vero e proprio formato da combinazioni di lettere e numeri. Sarà la vera e propria insegna e, allo stesso tempo, la carta di identità, del progetto online.

Sebbene sia possibile registrarne più di uno e reindirizzarlo al dominio di riferimento, “l’oggetto” che comparirà su ogni genere di comunicazione, su tutti i canali dovrà essere uno soltanto e, di conseguenza, un titolo semplice e facile da memorizzare sarà, certamente, meglio di un nome complicato da ricordare o difficile da scrivere.

La seconda parte è la cosiddetta estensione del dominio o dominio di primo livello (Top Level Domain, TLD). Negli anni, l’elenco di questi ultimi è andato via via crescendo e, oggi, le estensioni disponibili sono oltre 700, e comprendono anche il .blog. Anche questo caso dovrà essere valutato con molta attenzione poiché alla particella che nell’indirizzo segue il punto spetta dare al visitatore indicazioni importanti su alcune caratteristiche cruciali del sito: la sua collocazione geografica e/o l’area di interesse dell’attività.
 
3. La piattaforma

Con l’ingresso in scena dei CMS (Content Management System), i sistemi di gestione del contenuto, l’attività di creazione di un blog è diventata davvero alla portata di tutti, sia per ciò che riguarda la struttura che per ciò che sta al suo interno. Le varie piattaforme per il  blogging presenti sul mercato sono spesso simili tra loro, pur avendo ciascuna, la propria identità, le proprie feature, e difficoltà di utilizzo diverse.
 
Per iniziare e fare esperienza, può risultare sufficiente anche una piattaforma gratuita ma se l’obiettivo è di dare vita a un sito professionale, la scelta di ospitare il blog su una variante premium è probabilmente la migliore.
 
4. L’hosting

Le piattaforme sono offerte dagli ISP (Internet Service Provider) anche nella modalità “hosting gestito”, cioè organizzate in pacchetti, via via più completi ed evoluti, e che svincolano l’utente dalle principali incombenze che caratterizzano le attività di produzione e manutenzione del blog.
 
Questo, permette loro di concentrarsi totalmente, e a tempo pieno, sull’evoluzione del progetto, ma supportandolo, secondo necessità, con un servizio di assistenza pronto a intervenire in caso di problemi, e per ottimizzare le performance del sito.
 
5. Temi, plugin e poi via alla produzione
 
Una volta scelto l’argomento, il nome di dominio, la piattaforma e l'hosting, il blog è (quasi) pronto per andare online con il primo vero post. Manca soltanto l’installazione del tema (o template), il modello di layout e grafico incaricato di caratterizzare il sito sotto il profilo grafico.

Per arricchire il tutto, inoltre, esistono a disposizione molti plugin che contribuiranno a migliorare la funzionalità del blog: alcuni migliorano la customer experience, altri facilitano e arricchiscono la gestione del backend. Non resta, dunque, che mettere a punto un calendario editoriale con il quale pianificare la produzione dei contenuti.

Le cose importanti sono la frequenza, la costanza della pubblicazione e la qualità di ciò che viene messo online perché da essa dipende in larga parte la probabilità di attirare positivamente l’attenzione degli algoritmi dei search engine che si occupano di indicizzare e valutare il posizionamento del sito nei risultati delle ricerche. Questo, è uno dei principali fattori da cui dipende la visibilità del sito e, di conseguenza, il suo traffico e il suo successo.


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