Hello World! (Ciao Mondo) è una delle frasi più celebri nella storia dell’informatica moderna, poiché è la risultante del primo programma scritto nel linguaggio C. Il suo unico scopo era quello di stampare a video la scritta per spiegare la sintassi basilare del linguaggio e, su questa falsariga, è diventato anche il testo del primo post di ogni nuovo sito creato con
WordPress, la piattaforma di
Content Management System più utilizzata al giorno d’oggi per dare vita nuove risorse sul web.
Molti tra quanti hanno visto sul monitor del proprio PC quelle due parole, con tutta probabilità,
si stanno apprestando ad aprire un blog, con l’intento di condividere con il resto del mondo qualcosa di proprio.
Per loro, e per tutti quanti non abbiano ancora intrapreso l’iniziativa, ma hanno intenzione di farlo, questa panoramica percorrerà, in
cinque step, tutto ciò che occorre fare per dare il via al proprio sbarco in Rete con un proprio
weblog, il
diario online nel quale pubblicare, più o meno quotidianamente,
storie e opinioni su temi generali, o più o meno specifici.
Avviare un blog non è difficile o complicato. Non c’è bisogno di possedere particolari competenze tecniche o di investire alte somme di denaro. Vediamo come.
1. L’argomento
Per chi sta aprendo un blog con il fine di creare la presenza sul web di un'attività già esistente online, la scelta dell'argomento, ovviamente, è già stata fatta.
Quando, invece, all’inizio c’è soltanto la volontà di creare qualcosa, ma senza avere ancora un’idea di
quale tema trattare sul blog, la prima cosa da fare è partire da ciò che è motivo di passione, di cui si ama leggere e parlare, di cui se ne sa abbastanza da volerne e poterne scrivere ogni giorno con entusiasmo.
Se l’argomento prescelto è ampio e generale, sarà relativamente semplice riuscire ad alimentarlo con continuità e raggiungere una audience molto ampia ma, per contro, ci si troverà in concorrenza diretta con molti altri blog e siti omologhi già affermati e noti. Una buona idea, quindi, potrebbe essere quella di
specializzarsi e caratterizzare il prodotto su un topic verticale.
In tutti i casi, l’importante è partire, superare il trauma del foglio bianco e cominciare a produrre contenuti: per aggiustare il tiro si sarà in sempre tempo. Se poi, addirittura, ci si accorgerà che l’argomento non funziona, interrompere il tutto e aprire un altro blog non sarà certo un problema. Nella nuova avventura, ci si porterà dietro tutto il bagaglio di esperienza accumulato nella precedente.
2. Il nome di dominio
È il primo e inevitabile passaggio, quello che dà il vero e proprio “la” al processo di creazione della nuova presenza sul web. Stiamo parlando della scelta e della
registrazione del nome di dominio, cioè l’indirizzo del sito che viene
digitato nella barra delle Url del browser per accedere al suo contenuto.
Se non ci fosse il nome di dominio, per accedere alla risorsa web si dovrebbe conoscere e digitare il suo
indirizzo IP, l'etichetta numerica assegnata a ogni web server su Internet.
I nomi di dominio sono costituiti da due parti, separate da un punto. La prima è costituita dal
dominio di secondo livello (
Second Level Domain, SLD), il nome vero e proprio formato da combinazioni di lettere e numeri. Sarà la vera e propria insegna e, allo stesso tempo, la carta di identità, del progetto online.
Sebbene sia possibile
registrarne più di uno e reindirizzarlo al dominio di riferimento, “l’oggetto” che comparirà su ogni genere di comunicazione, su tutti i canali dovrà essere uno soltanto e, di conseguenza, un titolo semplice e facile da memorizzare sarà, certamente, meglio di un nome complicato da ricordare o difficile da scrivere.
La seconda parte è la cosiddetta
estensione del dominio o dominio di primo livello (
Top Level Domain, TLD). Negli anni, l’elenco di questi ultimi è andato via via crescendo e, oggi,
le estensioni disponibili sono oltre 700, e comprendono anche il
.blog. Anche questo caso dovrà essere valutato con molta attenzione poiché alla particella che nell’indirizzo segue il punto spetta dare al visitatore indicazioni importanti su alcune caratteristiche cruciali del sito: la sua
collocazione geografica e/o
l’area di interesse dell’attività.
3. La piattaforma
Con l’ingresso in scena dei CMS (Content Management System), i sistemi di gestione del contenuto, l’
attività di creazione di un blog è diventata davvero alla portata di tutti, sia per ciò che riguarda la struttura che per ciò che sta al suo interno.
Le varie piattaforme per il blogging presenti sul mercato sono spesso simili tra loro, pur avendo ciascuna, la
propria identità, le proprie feature, e difficoltà di utilizzo diverse.
Per iniziare e fare esperienza, può risultare sufficiente anche una piattaforma gratuita ma se l’obiettivo è di dare vita a un sito professionale, la scelta di
ospitare il blog su una variante premium è probabilmente la migliore.
4. L’hosting
Le piattaforme sono offerte dagli ISP (Internet Service Provider) anche nella
modalità “hosting gestito”, cioè organizzate in pacchetti, via via più completi ed evoluti, e che
svincolano l’utente dalle principali incombenze che caratterizzano le attività di produzione e manutenzione del blog.
Questo, permette loro di concentrarsi totalmente, e a tempo pieno, sull’evoluzione del progetto, ma supportandolo, secondo necessità, con un
servizio di assistenza pronto a intervenire in caso di problemi, e per ottimizzare le performance del sito.
5. Temi, plugin e poi via alla produzione
Una volta scelto l’argomento, il nome di dominio, la piattaforma e l'hosting, il blog è (quasi) pronto per
andare online con il primo vero post. Manca soltanto l’installazione del
tema (o template), il modello di layout e grafico incaricato di caratterizzare il sito sotto il profilo grafico.
Per arricchire il tutto, inoltre, esistono a disposizione
molti plugin che contribuiranno a migliorare la funzionalità del blog: alcuni migliorano la
customer experience, altri facilitano e arricchiscono la gestione del
backend. Non resta, dunque, che mettere a punto un
calendario editoriale con il quale pianificare la produzione dei contenuti.
Le cose importanti sono la
frequenza, la
costanza della pubblicazione e la qualità di ciò che viene messo online perché da essa dipende in larga parte la probabilità di attirare positivamente l’attenzione degli algoritmi dei
search engine che si occupano di indicizzare e valutare il posizionamento del sito nei risultati delle ricerche. Questo, è uno dei principali fattori da cui dipende la visibilità del sito e, di conseguenza, il suo traffico e il suo successo.