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Dati e sostenibilità, una crescita consapevole è possibile

17/04/2023
Dati e sostenibilità, una crescita consapevole è possibile
Enterprise
Poco più di due anni fa, nasceva il Climate Neutral Data Center Pact, un accordo tra decine di società e associazioni europee con il fine di adottare politiche comuni verso la realizzazione di data center carbon neutral entro il 2030.

Un’esigenza che è figlia di un dato di fatto: l’esplosione nella produzione dei dati comporta la necessità di governare in maniera più decisa e precisa il consumo di energia, oggi che abbiamo i mezzi tecnologici per farlo, senza limitare l’innovazione. Basti pensare che secondo recenti dati di GreenIT, il 4,2% dell’elettricità mondiale è consumata dal settore digitale.

Di questo, il 30% è dovuto ai data center, responsabili tra l’1% e l’1,5% del consumo globale. L’impatto elettrico dei data center nell’UE27 passerà da 40 a 43 TWh all'anno fino al 2025, con l'aumento più marcato che si avrà per i server, il cui consumo passerà da 22 a 27 TWh/anno, seguiti dai locali di archiviazione (da 4,3 a 4,5 TWh/anno) e dalle reti (da 0,7 a 1,1 TWh). Come è chiaro, i data center sono il pilastro della trasformazione digitale e dunque una colonna portante di ogni sviluppo economico futuro. Si tratta però di attività energivore che bisogna riqualificare in ottica ambientale. 

Il Climate Neutral Data Center Pact si è dunque imposto di aumentare l’efficienza energetica attraverso obiettivi misurabili, acquistare energia green, dare priorità alle azioni di risparmio dell’acqua, riutilizzare e riparare server e riciclare il calore prodotto. I progressi ottenuti attraverso questa autoregolamentazione saranno tenuti sotto controllo dalla Commissione Europea che considera il patto “un impegno per la collettività da parte di importanti protagonisti dell’industria dei dati e offre un gradito primo passo nel realizzare i nostri obiettivi comuni per un futuro intelligente ed ecosostenibile” come sottolineato in fase di lancio dal vicepresidente per il Green Deal europeo, Frans Timmermans.

L’impegno di Aruba 

Per dar seguito a tali indicazioni, Aruba ha annunciato di aver verificato con successo un data center operativo conforme ai termini del Climate Neutral Data Center Pact (CNDCP o “Patto”), ossia alle cinque aree chiave che riguardano l’efficienza energetica, l’uso di energia verde, l’uso dell’acqua, il riciclaggio e il riutilizzo del calore di scarto. “La neutralità climatica è un obiettivo essenziale e non negoziabile. L’audit eseguito rispetto ai requisiti del Patto conferma che disponiamo dei processi e delle misure utili a rispettare gli obiettivi entro il 2030" dichiara Fabrizio Garrone, Enterprise Solution Director di Aruba. 

Il CNDCP ha sviluppato un quadro di auditing dettagliato per verificare la conformità con gli obiettivi di sostenibilità. Tale quadro è stato condiviso con la Commissione Europea alla fine del 2022 ed è ora disponibile per qualsiasi società di audit indipendente per l’utilizzo con i propri clienti. I primi audit, condotti da Bureau Veritas, dimostrano l’efficacia del quadro e del patto come impegno esecutivo per l’azione per il clima.

Tutti gli operatori di data center che sono firmatari del Patto sono tenuti a verificare la loro conformità agli obiettivi, utilizzando i dati dal 1 gennaio al 31 dicembre successivo al primo anniversario della relativa firma. Il processo di audit garantisce che i firmatari del patto forniscano una verifica indipendente del rispetto del loro impegno a rendere i data center neutrali dal punto di vista climatico entro il 2030 esimendoli così da accuse ingiustificate di “greenwash”.

Gli operatori di data center, che possono dimostrare credenziali ambientali verificabili, possono accedere più facilmente a significativi finanziamenti verdi a basso costo per i loro sviluppi come parte di schemi, tra cui il recente quadro europeo di Crisi e Transizione Temporanea. La conformità verificata degli obiettivi climaticamente neutri del Patto potrebbe essere un fattore significativo per consentire l’accesso a tali finanziamenti verdi. Il Pact Auditing Framework (Quadro di audit del Patto) può essere utilizzato anche per assistere gli operatori dei data center che cercano di dimostrare l’allineamento con una gamma più ampia di normative esistenti e pianificate, tra cui la direttiva sull’efficienza energetica e il regolamento sulla tassonomia dell’UE 2020/852 per i proprietari e gli operatori delle strutture del data center.

Un settore consapevole

Di fatto, il settore dei data center è tra i primi a utilizzare approcci standardizzati per dimostrare che sta compiendo progressi reali rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti in modo coerente, trasparente e completamente verificabile. Il 2023 si sta ponendo come anno cruciale per consolidare una crescita sostenibile dell’IT, a dimostrazione della possibilità di perseguire obiettivi di sostenibilità collettiva, se lo si vuole, senza compromessi.

Per approfondire tutte le tematiche legate alle infrastrutture data center, leggi il White Paper “Data Center: il cuore del digitale sostenibile per l’innovazione delle organizzazioni”.


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