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Sovranità digitale: regolare e proteggere l’ecosistema informativo

04/06/2025
Sovranità digitale: regolare e proteggere l’ecosistema informativo
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Nell’attuale contesto di trasformazione digitale, in cui il valore dei dati cresce esponenzialmente, governare le informazioni è diventato essenziale per garantire sicurezza, continuità operativa e competitività. 
Settori strategici come pubblica amministrazione, sanità, finanza e telecomunicazioni sono sempre più chiamati a gestire i propri dati in linea con le nuove esigenze dettate, anche e soprattutto, dallo sviluppo di nuove normative europee.
Secondo IDC, il 60% delle organizzazioni europee spende oggi la maggior parte del proprio budget IT su ambienti cloud pubblici. Inoltre, il partner ideale per la maggior parte delle imprese europee è oggi un cloud provider sovrano, a conferma della crescente attenzione verso la sovranità dei dati e operativa.

Cosa si intende per sovranità digitale

La sovranità digitale è il principio secondo cui i dati sono soggetti alle leggi e alla governance del Paese in cui sono raccolti, elaborati o archiviati. Questo concetto è diventato centrale nell'attuale contesto di trasformazione digitale, in cui le informazioni rappresentano una risorsa strategica tanto quanto le infrastrutture fisiche.

Oggi, la sovranità digitale è strettamente legata alla capacità di garantire:

Sicurezza: proteggere i dati da accessi non autorizzati e da rischi geopolitici.

Compliance: rispettare normative come il GDPR e le leggi locali sulla privacy.

Controllo operativo: assicurare che i dati siano accessibili e gestibili secondo gli interessi aziendali.

La gestione della sovranità digitale non riguarda, però, solo la loro localizzazione fisica. Secondo Gartner (una società per azioni multinazionale che si occupa di ricerca di mercato e analisi nel campo IT), molte organizzazioni ricorrono a provider specializzati proprio per affrontare anche requisiti locali specifici, come il supporto alla lingua, alla valuta, o alla compliance normativa.

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Sovranità dei dati, sovranità tecnologica e sovranità operativa

Quando si parla di sovranità digitale, è fondamentale distinguere tre concetti interconnessi ma distinti: sovranità dei dati, sovranità tecnologica e sovranità operativa. Solo considerando insieme queste tre dimensioni è possibile costruire un'infrastruttura realmente sovrana, capace di garantire sicurezza, autonomia e resilienza.

Sovranità dei dati: La sovranità dei dati riguarda il controllo legale e territoriale delle informazioni. Significa che i dati devono essere gestiti, archiviati e trattati nel rispetto delle leggi del Paese di riferimento, senza che soggetti esterni possano accedervi o interferire. Questo è il primo pilastro su cui si basa il concetto di sovranità.

Sovranità tecnologica: La sovranità tecnologica riguarda il controllo e l'indipendenza rispetto agli strumenti digitali fondamentali — hardware, software, algoritmi e piattaforme — su cui si basa l'intero ecosistema informativo. Significa poter sviluppare, utilizzare e governare tecnologie strategiche senza dipendere da fornitori esterni o da soluzioni proprietarie potenzialmente in conflitto con gli interessi locali. Per garantire una reale sovranità tecnologica, è essenziale adottare standard aperti, tecnologie interoperabili e soluzioni sviluppate o controllate all'interno di un contesto normativo affidabile, come quello europeo. Questo approccio riduce i rischi di lock-in e promuove l'autonomia digitale, l'innovazione e la sicurezza di lungo periodo.

Sovranità operativa: La sovranità operativa si concentra sulla disponibilità e sulla resilienza dell'infrastruttura critica che supporta le applicazioni e i dati. Non basta possedere i dati: è necessario assicurare che le piattaforme che li ospitano siano sempre operative, anche in caso di disastri naturali o eventi geopolitici. Per questo, un approccio robusto alla sovranità operativa include piani di business continuity (BC), disaster recovery (DR) e soluzioni come il Disaster Recovery as a Service (DRaaS).

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Perché la Sovranità digitale è diventata una priorità europea

Negli ultimi anni la crescente consapevolezza dell'importanza di acquisire e mantenere controllo su dati, infrastrutture e servizi digitali ha portato istituzioni, imprese e cittadini a riconoscere la gestione autonoma dell’ecosistema digitale come un prerequisito per garantire sicurezza, affidabilità e sviluppo economico.

La sovranità digitale consente infatti di esercitare un controllo effettivo sui dati, decidendo come archiviarli, utilizzarli e condividerli in modo indipendente, proteggendoli da accessi non autorizzati. Al tempo stesso, promuove l’indipendenza tecnologica, riducendo la dipendenza da fornitori esteri e aumentando la resilienza del sistema.

Uno dei principali fattori che ha alimentato questa attenzione e questa consapevolezza, è la forte concentrazione delle tecnologie e dei dati in ecosistemi chiusi, spesso non soggetti a giurisdizioni europee. Questo squilibrio ha evidenziato la necessità di rafforzare la capacità decisionale e normativa all’interno dell’UE. Gartner evidenzia che molte imprese europee si stanno orientando verso provider cloud regionali per motivi di latenza, localizzazione dei dati, personalizzazione contrattuale e assenza di conflitti di interesse con altri business del provider.

Parallelamente, si è consolidata l’esigenza di disporre di infrastrutture digitali conformi alle normative europee. L’approvazione di regolamenti come il GDPR, il Data Governance Act, il Data Act e il, più recente Chips Act hanno reso evidente che la sovranità digitale è una leva fondamentale per l’innovazione e la competitività europea.

Il tema della sovranità digitale si intreccia anche con un altro pilastro strategico per l’Europa: la sostenibilità. La scelta di soluzioni cloud che rispondano ai requisiti normativi e tecnologici europei è a tutti gli effetti anche una responsabilità ambientale. Secondo Gartner, il 79% delle organizzazioni europee considera la sostenibilità un criterio da "moderatamente" a "estremamente" importante nella selezione delle infrastrutture digitali. In questo senso, iniziative come il Green Deal Europeo e il Codice di Condotta sull’efficienza energetica dei Data Center stanno orientando in modo crescente le scelte di aziende e provider, rafforzando ulteriormente il legame tra sovranità digitale e transizione ecologica.

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I vantaggi per le aziende

Adottare un’infrastruttura IT che rispetti i principi di sovranità digitale non è più solo una misura di conformità normativa, ma una leva strategica per la competitività. Per le aziende italiane ed europee, significa rafforzare il controllo sui propri dati, tutelare la riservatezza delle informazioni sensibili e ridurre i rischi derivanti da dipendenze esterne, soprattutto in uno scenario geopolitico instabile.

Una piattaforma sovrana consente di affrontare con maggiore prontezza eventi critici, garantendo la continuità operativa grazie a una governance trasparente, resiliente e allineata ai regolamenti europei. Inoltre, contribuisce a costruire un’infrastruttura digitale aperta e interoperabile, che abilita l’innovazione su basi solide e indipendenti.

Scegliere la sovranità oggi significa prepararsi a un futuro più sicuro, sostenibile e orientato al valore: un investimento non solo tecnologico, ma culturale, per rafforzare la propria posizione nel mercato digitale europeo, con fiducia, autonomia e lungimiranza.

Una scelta essenziale per un cloud sovrano e sicuro

In questo scenario, Aruba Cloud si afferma come un attore chiave nella costruzione di un ecosistema cloud pienamente sovrano, pensato per soddisfare tutti i requisiti necessari per gli obiettivi di sovranità.

Il modello di governance completamente europeo, unito alla gestione diretta e indipendente dell’intera infrastruttura — dai data center al software, fino alla compliance — consente ad Aruba di offrire un’infrastruttura cloud che garantisce controllo operativo e protezione dei dati lungo tutta la filiera digitale. L’approccio “compliance by design”, integrato sin dalla fase progettuale dei servizi, assicura una perfetta aderenza ai principali regolamenti europei come GDPR, NIS2, Cyber Resilience Act.

Ma la sovranità non è solo una questione normativa, significa anche avere un ruolo attivo, aderire a standard aperti, evitare lock-in tecnologici, promuovere l’interoperabilità e partecipare alla definizione delle regole del cloud europeo. La presenza nei tavoli di lavoro europei, tra cui il recente progetto SECA API, riflette la volontà di contribuire concretamente a un ecosistema digitale federato, sicuro e orientato all’interesse collettivo nel mondo del cloud.

La visione di Aruba si traduce in infrastrutture resilienti, trasparenti nei costi e in linea con il crescente bisogno di 'custom fit' locale, segnalato da Gartner come uno dei principali fattori di differenziazione per i cloud provider specializzati.

Una scelta non solo tecnologica, ma culturale per costruire un digitale europeo più forte, sicuro e indipendente.
 
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