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Differenza tra uptime e downtime

18/01/2021
Differenza tra uptime e downtime
PartnerPMIProfessionisti
Il rapporto tra uptime e downtime è quello tra il tempo in cui il server è operativo rispetto a quello in cui si presentano problemi. Rappresenta una metrica qualitativa da prendere in considerazione quando si sceglie un servizio hosting. Tuttavia questi parametri rappresentano solo una stima statistica che non può tenere conto dei motivi per i quali un sito non è più visibile.

Cosa sono uptime e downtime

L’uptime è un indice espresso in termini percentuali che misura la funzionalità e stabilità del sistema. Nello specifico indica il tempo in cui un server è attivo e raggiungibile.
Il downtime invece indica il periodo di inattività di un server nell’unità di tempo.
Ovviamente i tempi di downtime rappresentano un costo che dovrebbe essere ridotto al minimo. Se questo parametro cresce troppo infatti, indica che qualcosa non va a livello di qualità del servizio.
Le cause per cui un sito web può essere offline per un determinato periodo di tempo sono diverse e difficilmente prevedibili.
Ad esempio il downtime può essere dovuto a:
  • guasto al server;
  • consumo eccessivo delle risorse;
  • intrusione nei sistemi;
  • guasto nel data center in cui è ospitato il server.

Quale deve essere il valore di uptime

Di solito un buon livello di uptime si attesta intorno al 99,5%, questo dato generalmente consente di avere un sito performante ed efficace. In genere un valore del 99,5% sta ad indicare che potrebbero verificarsi circa 2 giorni di inattività distribuiti nell'arco di un anno, non necessariamente in modo continuativo.

Perché sono importanti

Nella scelta del servizio hosting, soprattutto per progetti e-commerce, è essenziale tenere presente qual è il rapporto tra uptime e downtime del server. Questo valore infatti consente di conoscere eventuali difetti strutturali dell’hosting che potrebbero portare a disservizi e di conseguenza a perdite economiche per l’e-commerce in questione.
Avere un uptime alto vuol dire aumentare le probabilità di avere il sito web visibile e raggiungibile in qualsiasi momento.
Se i downtime sono frequenti e prolungati infatti cresce la probabilità di perdere visitatori, conversioni e fiducia da parte di utenti o potenziali clienti.
Inoltre se un sito è costantemente offline potrebbero esserci ripercussioni anche per quanto riguarda il suo posizionamento sui motori di ricerca.

Ricapitolando, se il valore dell’uptime non è alto potrebbero verificarsi:
  • perdita di potenziali clienti e di conseguenza diminuzione del fatturato;
  • calo di fiducia e di credibilità agli occhi degli utenti;
  • conseguenze negative a livello SEO.

Come monitorare uptime e downtime

In genere le percentuali di uptime e downtime vengono dichiarate dall’hosting stesso sul proprio sito web. Tuttavia per monitorare costantemente questi valori è possibile avvalersi di alcuni servizi online gratuiti come:
  • Internetseer, oltre a monitorare il sito web, mette a disposizione anche altri servizi per verificare i link in uscita o conservare uno storico delle prestazioni del sito;
  • HostTracker, con cui è possibile ricevere notifiche personalizzate via mail in caso di disservizi;
  • PingDom, offre un trial gratuito per la durata di un mese e permette di monitorare fino a 5 siti contemporaneamente;
  • UptimeRobot, oltre ad essere abbastanza semplice da configurare, consente di tenere sotto controllo più siti web contemporaneamente (max 50);
  • Are My Sites Up? dispone di piani free e a pagamento;
  • Hyperspin, un servizio di monitoraggio globale con una rete di 54 stazioni sparse per il mondo;
  • Service Uptime, effettua il monitoraggio di siti web verificando che siano accessibili giorno e notte.


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