Quando gestisci un sito web, può capitare di dover mostrare agli utenti versioni delle stesse pagine tradotte in lingue diverse dall’italiano a seconda della nazionalità degli utenti da soddisfare. Sono fondamentalmente due i motivi che spingono alla traduzione: il primo è guadagnare visibilità su motori di ricerca diversi da
Google.it, come ad esempio l’inglese
Google.co.uk, lo spagnolo
Google.es o di altre nazionalità. Il secondo è creare delle aree esclusive del sito web tradotte appositamente per specifici utenti, come ad esempio i fornitori esteri dell’azienda, senza alcuna velleità di ottenere buoni risultati di posizionamento sulle versioni di Google diverse da quella italiana.
Problemi SEO nella traduzione delle pagine web
Spesso le versioni tradotte di un sito web rappresentano
il problema SEO principale. I casi più frequenti con cui ci si trova a fare i conti riguardano progetti appena nati, facenti riferimento a piccole realtà col “sogno” di raggiungere in poco tempo ogni angolo del globo.
L’esempio lampante è rappresentato dal piccolo progetto digital che pur privo di una pianificazione adeguata, pubblica il sito web in 8 lingue senza curarsi troppo degli aspetti tecnici.
In questi casi, a volte, vengono messe online tutte le versioni destinate a paesi diversi anche se la traduzione è sgrammaticata, priva di revisione o non ancora disponibile. In questi casi le pagine potrebbero risultare povere, fuorvianti o duplicate, perché in caso di mancata traduzione,
il software che gestisce le istanze multilingua può mostrare la versione italiana, anche quando l’url richiama ad esempio la versione francese. Il sito web si ritrova ad avere pagine ridondanti che generano problemi seri nel posizionamento sui motori di ricerca. Un consiglio? Multilingua sì, ma un passo alla volta.
Un secondo problema SEO abbastanza serio, seppur meno grave, riguarda la traduzione in lingua inglese (o altra) senza plugin, sulla stessa pagina che ospita il contenuto in italiano. Ti sarà capitato di vedere pagine web con testo in italiano nella prima parte e in inglese "below the fold", nell'area visibile solo con un primo scrolling del sito. Anche questo secondo approccio è improprio, perché costringe i bot dei motori di ricerca a leggere e comprendere due lingue diverse, pur non avendo alcun riferimento che gli comunichi di effettuare lo switch tra una lingua e l’altra.
Traduzione automatica o versioni localizzate per paese?
N caso non ci sia l’intenzione di fare
posizionamento organico su motori di ricerca esteri, ma solo di rendere il sito web fruibile da un utente che parli una lingua diversa dall’italiano, ti suggeriamo di installare un plugin che consenta agli utenti di richiamare facilmente la traduzione automatica. In questo caso ti suggeriamo di valutare
GTanslate, un’estensione davvero semplice e allo stesso tempo efficace, che utilizza il potente servizio di traduzione automatica di Google Translate per tradurre il sito WordPress nelle 103 lingue disponibili. In questo caso non andrai a creare più pagine web per lo stesso contenuto, ma solo una - sempre la stessa - il cui testo verrà visualizzato di volta in volta nelle diverse lingue disponibili a seconda della richiesta effettuata dall’utente. Ciò eviterà la possibilità che si verifichino i problemi SEO descritti nel paragrafo precedente.
Se invece hai interesse a fare posizionamento su versioni di Google che coprono singoli Paesi, dovrai creare la versione degli stessi contenuti destinata agli utenti che parlano le lingue previste e allo stesso tempo abitano nelle nazioni che intendi raggiungere.
Per ottenere questo risultato ogni pagina per la quale esistono versioni tradotte deve avere nel codice sorgente un tag <link> con attributo Hreflang impostato come segue:
<link rel="alternate" hrefLang="en-GB" href="https://www.nomesito.co.uk/"/>
In questo caso si comunica a Google che questa è la versione della homepage destinata a chi parla inglese e vive in Gran Bretagna (en-GB). Se non si vuole destinare la versione in lingua inglese ad un Paese in particolare, ma più semplicemente a tutti coloro che fanno ricerche in lingua inglese, basterà rimuovere dall’attributo le due lettere che inquadrano il Paese, in questo caso GB. Portali molto grandi come TripAdvisor, ad esempio, pubblicano più versioni diverse della homepage in lingua inglese, destinate però a paesi diversi. Nel caso di TripAdvisor questa necessità è dettata dal fatto che la homepage in inglese per gli USA può mostrare contenuti diversi dalla homepage sempre in lingua inglese che però si rivolge al pubblico britannico o canadese. Le necessità dunque dipendono dal progetto, dalle dimensioni, dalle mire.
Plugin per la traduzione o multisite?
Una delle estensioni più utilizzate per creare le
versioni multilingua dei siti web realizzati con WordPress è
Polylang, che permette in pochi passaggi di ottenere un sito bilingue o multilingue. Con questo plugin puoi normalmente scrivere post, pagine, creare categorie e tag, ma definendo la lingua per ciascuno di essi. La traduzione di un post, che sia o meno nella lingua predefinita, è opzionale. In caso non esista la versione multilingua per una pagina del sito web, il plugin non mostrerà gli attributi hreflang per quel contenuto. Con
Hosting WordPress Gestito di Aruba, avrai a disposizione un supporto anche sulla configurazione del plugin. Il plugin presenta sia una versione Free che Pro:
qui puoi vedere le differenze tra i piani.
Se Polylang permette di creare facilmente una versione della stessa pagina in due o più lingue diverse, queste vengono tuttavia ospitate sempre in sottocartella a livello dell’URL a meno che non si utilizzi WordPress Multisite, di cui abbiamo parlato in
questo articolo.
In questo caso puoi gestire i contenuti in lingue diverse direttamente con dei sottodomini, creando una situazione simile all’esempio che riportiamo qui:
miosito.com (lingua inglese)
it.miosito.com (lingua italiana)
fr.miosito.com (lingua francese)
…
Suggeriamo di utilizzare i terzi livelli o sottodomini in caso di pagine sostanzialmente diverse destinate a Paesi diversi.
In questi casi non serve nemmeno impostare gli attributi hreflang. Se invece ti occorre gestire le traduzioni degli stessi contenuti, la soluzione più agevole è utilizzare semplicemente un’estensione come Polylang e fare riferimento alle sottocartelle:
miosito.com (lingua inglese)
miosito.com/it/ (lingua italiana)
miosito.com/fr/ (lingua francese)
Polylang mette a disposizione anche una versione del plugin per
WooCommerce, per chi ha necessità di sviluppare negozi online in più lingue, per vendere all'estero o semplicemente per aree dedicate a fornitori o a specifici soggetti.
Il plugin consente la traduzione di prodotti, categorie, tag, attributi, con opzioni di sincronizzazione. Molto interessante la feature per inviare email tradotte a seconda della lingua degli utenti.
…
Importante: se utilizzi uno dei servizi Hosting WordPress di Aruba, puoi attivare la funzionalità multisite esclusivamente attraverso il sistema delle sottocartelle.
Per approfondire, consulta le nostre
guide.
Conclusioni: questione di qualità
Un buon progetto multilingua richiede attenzione agli aspetti tecnici, ma anche alla
qualità della traduzione. Per affacciarsi con profitto sui mercati internazionali occorrono tempo e margini di investimento elevati, dunque sarebbe un peccato vanificare gli sforzi proponendo traduzioni incomplete o vistosamente sgrammaticate, eppure è diffusa una certa superficialità in questo senso. Ricorda che non ha senso praticare le opportune accortezze sul piano tecnico se poi la pagina viene meno sulla qualità del testo perché mal tradotta.
Un utente che lascia la pagina in cerca di un contenuto migliore, può lanciare a Google un segnale comportamentale tale da determinare
peggioramenti nel posizionamento organico delle pagine tradotte anche se gli aspetti SEO più tecnici vengono curati a regola d’arte.
Può essere quindi utile, per i progetti più ambiziosi, affiancare alle buone pratiche di gestione del software e alle conoscenze tecniche di WordPress, un servizio professionale di traduzioni.
Perché un progetto davvero curato, deve esserlo sotto tutti i punti di vista.